Per una televisione pubblica e bene comune

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Il 31 maggio i cittadini hanno presentato ufficialmente al parlamento, presso la sala stampa della camera dei deputati, la RIFORMA PER LA RAI AI CITTADINI.  Una riforma che in 5 punti vuole permettere al cittadino… di avere a  disposizione una televisone PUBBLICA e BENE COMUNE, al servizio dell’
utente in grado di informare correttamente e di produrre un trasparente
percorso pedagogico informativo ad un paese come l’ITALIA che per troppo
tempo ha subito una televisione condizionata dalla partitocrazia e da
interessi economico commerciali devianti.

La riforma della RAI e’ scritta nella costituzione; l’articolo 21 e
l’articolo 43 sono lì a confermarlo. Le forze politiche se vogliono
recuperare quel poco di credibilità rimasta devono prendere posizioni
chiare e decise nei confronti della riforma per LA RAI AI CITTADINI, lo
devono al paese e ai dipendeti dell ‘ azienda RAI che attraverso il
movimento INDIGNERAI reclamano un’ azione immediata senza indugio alcuno,
pena il fallimento di un altro pezzo di paese.

Il temporeggiamento del Presidente Monti non lascia margini a speranze,
gli esponenti politici interessati alla proposta (IDV E SEL, PD?) devono
portarla in sede di discussione parlamentare facendo leva proprio sulla
costituzione e dunque sul Presidente della Repubblica che non puo’
ignorarla , se vuole essere ricordato come custode delle fondamenta
costituzionali.

Andare al voto con la RAI espressione partitica significa sguazzare ancora
nel guano dell’ immenso conflitto di interessi che di fatto e’ la zavorra
per il progresso del paese, significa negare gli strumenti democratici ai
cittadini che. confusi si troveranno ad essere condizionati dagli spot
elettorali dei partiti controllori della RAI.
Si deve mettere mano subito sulla legge antitrust e, a livello europeo
sollevare il tema del conflitto di interessi, il tempo e’ il  solo amico
dell’ prossimo RE DEL MONDO per citare una canzone di Franco Battiato.

I cittadini propongono, le istituzioni possono diventare aperte.
Trasformiamo anche la Tv in un bene di e per tutti

La Riforma “La Rai ai Cittadini”

– 5 punti per garantire un bene pubblico

  LIBERIAMO LA RAI DAL TOTALE CONTROLLO DEI PARTITI

“Gli utenti del servizio pubblico, in quanto veri proprietari di
un’azienda che finanziano tramite il canone, eleggono direttamente alcuni
componenti nel Consiglio per le Comunicazioni audiovisive”
Hanno aderito:
Tana de Zulueta, Moni Ovadia, Loris Mazzetti (“Vieni via con me” – Che
  tempo che fa”), Sabina Guzzanti, Ugo Mattei (“Beni Comuni”), Corrado
  Guzzanti, Francesca Fornario, Carlo Freccero, Lidia Ravera, Corradino
  Mineo, Lorella Zanardo (autrice de “Il corpo delle donne”), Giulia
  Innocenzi, Roberto Zaccaria, Udo Gumpel, Giovanni Anversa (RaiTre “Racconti
  di vita”), Michele Gambino, Roberto Natale, Massimo Marnetto, Arturo di
  Corinto, Santo Della Volpe, Silvia Bencivelli, Nicola D’Angelo, Guido
  Scorza, Maria Luisa Busi, Tiziana Ferrario, Maurizio Sciarra (100 autori),
  Wolfgang Achtner, Carmine Fotia, Vittoria Iacovella, Giuseppe De Marzo (A
  sud), Fabrizio Federici (Ansa), Sergio Bellucci, Gianni Orlandi, Giulietto
  Chiesa, Simona Coppini, Federico Lunadei, Grazia Di Michele, Simona Sala
  (Tg1), Giuliana Sgrena, Antonella Martone, Giovanni Mangano, Lorenzo
  Marsili (European Alternatives), Carlo Verna, Giuseppe Giulietti,
  Vincenzo Vita, Claudio Fava, Giuseppe Civati, Nichi Vendola, Antonio Di
  Pietro, Carlo Rognoni, Antonello Falomi, Fabio Granata,
  Giorgio Merlo, Niccolò Rinaldi, Angelo Bonelli,

Condividono il precorso:
Articolo 21, Usigrai, Fnsi, Libertà e Giustizia, A Sud, “100 autori”, Rete
  Viola, Liberacittadinanza, IndigneRai, Il Popolo Viola, TILT, Alternativa,
  Il Teatro Valle Occupato, Errori di Stampa, Il Comitato del Sole, Libertà e
  partecipazione, European Alternatives

Sostiene l’iniziativa:
Stefano Rodotà


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