Oggi don Luigi Ciotti compie ottant’anni, nato il 10 Settembre del 1945 a Pieve di Cadore, cresciuto nella Torino dei cantieri e dell’immigrazione mal sopportata, fondatore e presidente di Gruppo Abele e Libera, da sempre “sarto” (di reti sociali accoglienti e resistenti), “saldatore” (della terra col cielo, del Vangelo con la Costituzione, del passato col futuro), “rabdomante” (di fonti di umanità sotto il deserto dell’odio e della prepotenza del potere).
Ma se un poco lo conosciamo, non è di bilanci agiografici, ne’ di auguri grati ciò di cui don Luigi ha bisogno per festeggiare questo nuovo giro di boa della vita. Ma di impegni condivisi, ribaditi in questo giorno che ha il merito di farli ricapitolare con la gioia speciale che è dei com-pagni.
Continueremo, insieme a te, a Libera ed al Gruppo Abele, a batterci per la libertà di espressione, che diventa giornalismo serio, autonomo, nel solco del lavoro di Roberto Morrione e di Santo della Volpe che con te hanno fatto un pezzo di strada importante, nella memoria dei troppi giornalisti assassinati e che oggi, da Gaza, al Messico, all’Europa sono diventati il target “eccellente” di un potere criminale sempre più arrogante che vede nei “ficcanaso” l’ultimo ostacolo da abbattere, per svuotare democrazie già pallide e corrotte. L’attacco all’informazione libera è il filo rosso che lega i giornalisti assassinati in Italia dalle mafie a braccetto con pezzi di altri poteri, agli assassini di Daphne Caruana Galizia, di Jan Kuciak e Martina Kusnirova, di Andre del Vries, di Giulio Regeni, di Andy Rocchelli, di Mario Paciolla.
Continueremo a batterci perché la Repubblica italiana nata dalla Liberazione, resti fedele alla Costituzione che essendo anti fascista è, come tu dici spesso, il più potente manifesto anti-mafia scritto in Italia. Continueremo a farlo difendendo l’idea più rivoluzionaria e scomoda incardinata dentro l’anti fascismo costituzionale e cioè che gli esseri umani nascono tutti liberi ed uguali e che per questo nessuno può arrogarsi il diritto di separarli organizzando società basate sulla segregazione tra umani di serie A ed umani di serie B. Questa idea, scomoda e rivoluzionaria, l’hai gridata e la griderai in mille piazze, ogni 21 Marzo di Libera, ma soprattutto, in silenzio, la testimoni ogni volta che ti carichi sulle spalle la bara di uno dei giovani delle comunità del Gruppo, portato via da una vita troppo in salita. Ognuno merita di essere chiamato per nome. Allora buon compleanno don Luigi e avanti, insieme!
