Gli immensi sipari televisivi sollevati per ore su Anchorage prima e Washington poi, con gli indecorosi omaggi resi dalle comparse alle prime donne Putin e Trump, hanno di fatto oscurato due intense dimostrazioni da un lato di pìetas, dall’altro di totale disumanità.
La prima è stata data dalla commovente decisione del presidente dei Vescovi Italiani, cardinal Matteo Maria Zuppi, di ricordare uno ad uno, leggendoli instancabilmente per ore, i nomi dei bambini uccisi a Gaza dal 7 ottobre di due anni fa fino ad oggi: 16 israeliani, 12.000 (dodicimila!) palestinesi. Li ha tolti dall’ammasso informe di morte in cui la guerra li aveva confinati per restituir loro identità, la dolce presenza in vita amata dai loro cari e ricordarli prima di dare a tutti loro una sorta di simbolica sepoltura individuale.
La debordante, ossessiva affermazione di totale disumanità l’ha data invece il leader israeliano Netanyahu. Ha confermato di essere del tutto sordo di fronte alle richieste, alle implorazioni di centinaia di migliaia di suoi compatrioti per un concreto impegno per favorire il ritorno a casa degli ostaggi vivi ancora in mano ad Hamas e almeno i corpi degli altri nel frattempo deceduti. Non basta che Gaza sia stata ridotta in macerie. Quella sua idea di occupare la striscia senza proporre o accettare compromessi è l’indiretta affermazione che nel totale disprezzo delle vittime, Gaza sarà solo un’immensa, orribile fossa comune.
La sepoltura individuale o il disprezzo dei corpi martoriati? Il silenzio su queste opposte scelte da parte di gran parte dei padroni e dei vassalli del mondo politico internazionale incancrenisce ancor di più l’orribile fase storica che stiamo attraversando. Fase che, come non è difficile prevedere, produrrà per chissà quanto tempo durissime reazioni. Odio, voglia di vendetta, affermazioni della dignità oggi totalmente calpestata ricadranno non solo sui diretti responsabili, ma anche su quanti hanno taciuto, girato la testa dall’altra parte o addirittura si sono orgogliosamente dichiarati al fianco dei massacratori. Altro che stare a disquisire su genocidio sì o no.
Speriamo che previsioni e paure si rivelino sbagliate. Ma se la violenza di oggi provocherà per reazione la violenza di domani, dovremo ricordarci di queste giornate nelle quali mentre andava in scena il balletto a volte tragicomico sulla sorte dell’Ucraina, nessuno, tranne Israele a modo suo, si occupava di Gaza.
Come l’ordine dato ai musicisti del Titanic che dovettero continuare a suonare mentre ‘l’inaffondabile’ veniva inghiottito dall’oceano.
