La legittima indignazione verso tante delle scelte del governo Meloni che annichiliscono la parte assolutamente maggioritaria del popolo italiano, a volte impedisce di valutare cosa vogliono dire politicamente quelle stesse azioni, tante volte scelte e ripetute come violente provocazioni. L’ultima, in ordine di tempo – ma purtroppo siamo certi che non sarà quella definitiva – è stata la cerimonia che si è svolta in una sala della Camera dei Deputati, una delle più solenni sedi istituzionali del Paese.
Nella Sala del Cenacolo è stato conferito al vice primo ministro Matteo Salvini il ‘Premio Italia-Israele 2025’, istituito per la prima volta dall’Istituto Milton Friedman, d’intesa con l’Unione delle Associazioni Italia-Israele, il Maccabi World Union, l’Israel Defend and Security Forum, e l’Alleanza per Israele.
Iniziativa di una qualunque organizzazione socio-culturale? No, perché il premio è stato consegnato a Salvini, con grande squillar di trombe, dallo stesso ambasciatore d’Israele in Italia, Jonathan Peled, il quale ha dichiarato “Se c’è una persona che merita di vedere riconosciuto il suo impegno per i legami strategici tra i due Paesi, è lui”.
Tutto questo mentre, contemporaneamente, a Gaza continuavano i massacri, gli spari contro la popolazione che, disperata, cercava di procurarsi cibo, il cardinale Pizzaballa che tra le macerie, i corpi dei piccoli uccisi e/o mutilati, dichiarava la situazione ‘moralmente inaccettabile’. E Salvini? Più o meno ha dichiarato, orgoglioso: “Israele è una realtà pacifica. La guerra potrebbe finire domani. Se continua è solo colpa di Hamas”.
Ora, quest’abbraccio così intenso, cosa vuol dire? Quale è la vera ragione politica che ha spinto il governo di un popolo che dai furori fascisti e nazisti è stato devastato ad abbracciare uno dei leader più significativi di quella che oggi si presenta come la destra estrema europea? E quale ragione ha spinto Salvini allo stesso abbraccio? Io credo perché il secondo ha formalmente accolto, senza se e senza ma, il governo israeliano tra le formazioni di destra europea e perché il governo israeliano ha voluto dare al mondo lo stesso segnale, proprio come i Bannon e i Trump.
Ci sarà ancora qualcuno che cercherà di individuare nel solo sionismo la terribile violenza dei militari israeliani, oppure finalmente ci si renderà conto che è molto più preoccupante questa deriva che presto avrà altre significative ricadute, non solo simboliche, ma anche pratiche?
