La festa provinciale dell’Anpi di Latina ricorda il valore della Resistenza di ieri e di oggi

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L’aria è quella del paese ma il parco è pieno di bambini di colore a provare che una piccola comunità di provincia può essere multietnica e aperta al mondo. E’ così che Sezze Romano si presta a fare da sfondo alla festa provinciale dell’Anpi. Siamo in pr0vincia di Latina, nel luogo dove un giovane attivista del Pc negli anni 70 è stato ucciso dai fascisti e certe cose lasciano segni indelebili. L’appuntamento ha visto ospiti illustri come il presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani, Gianfranco Pagliarulo, che nel suo intervento ha parlato dell’essenza delle nuove Resistenze che hanno un senso ogni volta che si attenta alle libertà ed ai diritti civili. Non è stata una festa come le altre quella di Sezze, perché era attraversata da molte cose, moltissime storie e altrettanti messaggi come quello per andare a votare ai referendum dei prossimi 8 e 9 giugno. “Un appuntamento che conta tantissimo per la nostra democrazia”, come ha ricordato la presidente provinciale di Anpi, Teresa Pampena.

Pagliarulo ha ricordato l’impegno delle operaie e degli operai nella Resistenza. Impegno che è stato fondamentale e spesso sottovalutato. Molto prima dell’8 settembre 1943, furono proprio loro a dare i primi segnali di opposizione al regime con i grandi scioperi del marzo 1943 nelle fabbriche del Nord, tra cui quelle dell’Ansaldo di Genova. Operai e dirigenti pagarono a caro prezzo le rivolte molti furono arrestati e deportati nei lager nazisti, tanti non hanno fatto ritorno. Al loro fianco, anche membri delle forze dell’ordine come carabinieri e finanzieri scelsero di opporsi al regime fascista e all’occupazione nazista, spesso condividendo lo stesso tragico destino della deportazione. Sempre presidente nazionale dell’Anpi ha ribadito la necessità di contrastare ogni forma di revisionismo storico, per custodire e tramandare i valori della Resistenza.
Per Articolo 21 è intervenuto Vincenzo Vita che ha messo in correlazione il percorso e l’impegno per i referendum su lavoro e cittadinanza con la storia della nostra Resistenza.

Atteso e applaudito l’intervento del professor Gaetano Azzariti che ha sottolineato come la Costituzione italiana “pur essendo formalmente in vigore, sebbene non completamente attuata, rischi di essere sterilizzata attraverso un lento svuotamento dei suoi principi fondamentali. Un processo che si sta concretizzando con le riforme – in essere o annunciate – come il premierato, la separazione delle carriere dei magistrati e il DL 1660 sulla sicurezza che potrebbe limitare il diritto di protesta, di riunione, di dissenso, in contrasto con le garanzie costituzionali”.
Molte le testimonianze che si sono susseguite, tra le più toccanti quella di Chiara Mancini che ha ripercorso il tragico agguato fascista che portò alla morte del giovane Luigi Di Rosa e la lettura dei racconti dei testimoni dell’eccidio della Costarella (Formia) frutto di una ritorsione su una popolazione inerme a cura di Toni Guglielmo.

(Nella foto l’intervento di Chiara Mancini)


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