Con Francesco la globalizzazione è entrata anche in Vaticano. La provenienza dei pontefici si allarga sempre più verso i continenti che forniscono più vocazioni, rispetto a un Occidente con seminari sempre più vuoti. Il prete è un mestiere che gli occidentali non vogliono più fare e quindi li importiamo. Papa Francesco con le sue nomine ha accentuato la cattolicità (etimologia greca: universale) della Chiesa, ma su altri temi ha teso l’innovazione fino al limite dello strappo scismatico, ma senza superarlo.
Come accadde dopo la sua sospensione di giudizio sugli omosessuali. Il prossimo pontificato dovrà affrontare temi ormai maturi: il sacerdozio femminile e la volontarietà del celibato. Ma dovrà anche continuare la spoliazione dei privilegi bergogliana, come per esempio la conversione del suo enorme patrimonio immobiliare in abitazioni sociali, per porre un freno al malcostume di trasformare interi edifici ecclesiastici in ‘’case per ferie’’, col crocefisso all’ingresso per essere classificati ‘’luogo di culto’’ e non pagare le tasse. Impossibile?
Io, come dice Francesco, spero.