80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Attacco alla democrazia e media “compressi”, dibattito il 15 aprile a Roma

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Informazione ed emergenza democratica sono i due punti cardine dell’incontro che si terrà il 15 aprile a Roma (presso la sede della Stampa Estera – Palazzo Grazioli – via del Plebiscito 102, dalle 9.30 alle 12). Si parlerà anche dell’Eropean Media Freedom Act e di riforma della Rai, conflitto d’interesse, piattaforma sociale europea, effetti nefasti del decreto sicurezza. Obiettivo: chiamare la politica ad un tavolo con la società civile e infatti hanno confermato la loro presenza Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli. L’evento è organizzato da MoveOn Italia, Articolo 21, Rete #NoBavaglio.
Questo il documento alla base dell’iniziativa: “Dalla mancata riforma della Rai alle norme che imbavagliano sempre più i giornalisti, cresce l’allarme per l’autonomia dei giornalisti e il pluralismo dell’informazione nel nostro Paese. L’Italia è al 46° posto per libertà di stampa nel mondo, ma con l’entrata in vigore di nuove norme, come l’emendamento Costa e quelle previste dal Ddl Sicurezza, si rischia di soffocare e criminalizzare critica e dissenso. In questo contesto, la situazione può solo peggiorare, nonostante i richiami e le indicazioni dell’UE espresse con il Media Freedom Act, approvato un anno fa. Direttive a tutela dell’autonomia e del pluralismo dell’informazione restano inapplicate, a cominciare dalla Rai, per cui l’Italia rischia una procedura d’infrazione. Come società civile e rete di associazioni Articolo 21, MoveOn, Rete #NoBavaglio invitiamo i partiti a cambiare strada sulla base di una proposta condivisa da tecnici, giornalisti, politici e cittadini, che vuole coinvolgere anche gli studenti e le giovani generazioni, per stilare una riforma che sblocchi una situazione insostenibile da decenni. Dopo quasi dieci anni dalla legge Renzi, che avrebbe dovuto migliorare la Gasparri, i cittadini sono sempre meno rappresentati politicamente e mediaticamente, pagando il canone a una Rai meno libera, dove il giornalismo e le inchieste sono spesso marginali nei palinsesti e sempre più sottoposti al controllo politico. La riforma Rai voluta dal governo Renzi e approvata in fretta prima di Natale 2015 ha consegnato la Rai al governo e alla maggioranza di turno. È incredibile e irresponsabile pensare di rinnovare il prossimo Cda della Rai con l’attuale legge, che sottrae ai cittadini l’indipendenza editoriale, industriale e finanziaria della Rai. Il piano mediatico è forse il miglior metro di giudizio per definire la stagione che stiamo vivendo. Elon Musk, da questo punto di vista, costituisce la punta dell’iceberg ma non è certo un caso isolato. Gli oligarchi che hanno accompagnato Trump nella cerimonia d’insediamento alla Casa Bianca testimoniano l’inizio di una nuova era: il potere economico non si limita, infatti, più a dettare l’agenda alla politica ma pretende di farla in prima persona, dando vita a un conflitto d’interessi che rischia di travolgere la democrazia nella sua essenza. Esistono diverse proposte di riforma depositate in Parlamento che devono essere rilette alla luce del Media Freedom Act per ridurre sensibilmente le opprimenti ingerenze di governi e partiti nella gestione industriale ed editoriale, se si vuole un servizio pubblico multimediale strumento di crescita e consapevolezza. Per citare le parole del consigliere d’amministrazione Rai, Riccardo Laganà, scomparso due anni fa e al quale è dedicato l’incontro del 15 aprile: “È necessario individuare percorsi di confronto e approvazione. È la sfida che dovrebbero raccogliere quei partiti che, quando si trovano all’opposizione, denunciano giustamente il reiterarsi di spartizioni uguali e contrarie”.
Adesioni (in aggiornamento)

Sigfrido Ranucci
Ernesto Ruffini
Barbara Floridia
Antonio Nicita
Vincenzo Vita
Stefano Graziano
Riccardo Saccone Segr Gen Sic Cgil
Giacomo Mazzone
Studenti universitari
Arnoldo Mosca Mondadori (strumenti del mare) in collegamento
Marino Bisso
Marco Quaranta

 


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