80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Ustica, un grido di verità

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Da Bologna, di fronte al Museo della Memoria di Ustica,si è levato un forte grido di richiesta di verità dopo 45 anni dalla strage di Ustica quando un aereo civile con 81 persone a bordo è stato abbattuto in tempo di pace perché si è trovato all’interno di una battaglia aerea, chi dice il contrario, chi sostiene ancora l’attentato palestinese o libico continua a depistare. Il grido è la conseguenza della decisione della magistratura di arrendersi.

La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dopo aver indagato dal 2008 a seguito delle dichiarazioni dell’ex presidente della Repubblica Cossiga, che all’epoca della strage ricopriva il ruolo di premier, in cui ha affermato l’esistenza della battagliaaerea e che il DC9 Itavia è stato abbattuto da un missilelanciato da un caccia francese. I paesi alleati dell’Italia nonché considerati amici non hanno adeguatamente risposto alle rogatorie internazionali.

Il grido è stato sollevato da Daria Bonfietti, presidente della Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, condiviso dal sindaco Matteo Lepore in rappresentanza del Comune e della cittadinanza di Bologna, dalla presidente del quartiere Navile Federica Mazzoni, da numerose associazioni, tra queste quella dei Famigliari della Stage del 2 agosto, dei Parenti delle Vittime della Uno Bianca,

La nostra di Articolo 21, le Cucine Popolari, il sindacato CGIL, con la presenza di Edoardo Purgatori, figlio di Andrea in rappresentanza di tutta la famiglia. Il diritto di sapere non cosè accaduto il 27 giugno 1980 perché questo la magistratura lo ha più volte raccontato, confermandolo anche nell’atto di archiviazione: l’aereo è stato abbattuto, la bomba, l’attentato è un depistaggio della verità, i parenti delle vittime in primo luogo, poi i cittadini bolognesi e tutti gli italiani, hanno il diritto di sapere chi è stato ad abbattere e a uccidere 81 innocenti.

La magistratura alza le mani, si dichiara impotente, l’appello di Daria Bonfietti e di tutte le associazioni che erano presenti questa mattina a Bologna chiedono alla politica di intervenire, chiedono all’intelligence di intervenire, al governo e alla sua presidente di non voltarsi dall’altra parte, di chiedere agli amici leader europei, alla Nato e al presidente degli Stati Uniti di dire la verità, di finire di comportarsi come struzzi, di smettere di nascondere la testa sotto la sabbia.

Il primo passo che deve fare la presidente Meloni è quello di incontrare i parenti delle vittime e di farsi portavoce della ricerca della verità, successivamente arriverà il momento della giustizia.

Un Paese con un governo, come è accaduto anche negli anni passati, che non si mobilita alla ricerca della verità mette in crisi la democrazia. Il Governo dovrebbe tener ben presente le parole del presidente Mattarella: “Una piena verità manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica”.


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