Si è chiuso così l’anno 2024, quello della celebrazione dei 100 anni della Radio e i 70 anni della Televisione in Italia, ovvero della Rai (acronimo, creato il 26 ottobre 1944, di Radio Audizioni Italiane che l’anno scorso ha perciò compito anch’esso gli 80 anni dalla nascita). Ma si chiude con luci e ombre per quanto attiene gli ascolti. Se dal primo gennaio fino a settembre dell’anno scorso i dati Agcom vedevano la Rai in lieve vantaggio sullo share medio giornaliero, dall’inizio dell’anno a dicembre invece i dati Auditel – pubblicati Milano Finanza il 27 dicembre scorso – segnavano un totale di 36,9% di share nelle 24 ore per Mfe (MediaForEurope, la capogruppo di Mediaset) contro il 36,6% del Servizio pubblico. E questo per il secondo anno consecutivo, dopo il sorpasso, per la prima volta, dell’anno scorso. Un risultato importante per il gruppo del Biscione perché la Rai aveva beneficiato di eventi importanti come le Olimpiadi o gli Europei di calcio (per questo era in vantaggio a settembre scorso), mentre su Mfe aveva pesato negativamente l’assenza delle partite in chiaro di Champions League.
La Rai, tuttavia, il 28 dicembre 2024 ha comunicato di avere programmato durante tutto l’anno un’offerta variegata (tra sport, musica del Festival di Sanremo e la grande fiction) che ha consentito alle reti generaliste Rai di rafforzare e confermare nettamente la propria supremazia negli ascolti del prime time nel 2024 con uno share complessivo del 32,5% (+0.7% rispetto al 2023). Con Rai 1 che, nel prime time, si è confermata come la rete più vista con il 21,9% di share (+1,5% rispetto al 2023). La Rai si è affermata anche nei programmi più visti durante l’anno 2024, in cui ai primi quattro posti ci sono suoi programmi, a cominciare dalla serata finale del Festival di Sanremo (con lo share record del 75,1 per cento).
Per quanto attiene lo share medio giornaliero, la Rai ha comunicato che le reti generaliste Rai (Rai 1, Rai 2, Rai 3) hanno conquistano l’intera giornata, con uno share medio del 30,2 per cento, nel confronto omogeno con le generaliste del principale concorrente (Canale 5, Rete 4, Italia 1). Ma non è così per il raffronto tra l’intera offerta Rai (36,6% di share giornaliero) e l’intera offerta Mfe (36,9% di share giornaliero) come già visto. E come già visto, ciò avviene per il per il secondo anno consecutivo, dopo il sorpasso storico dell’anno scorso. Mfe è anche in testa con il 39,5% anche nello share Tv sul cosiddetto “pubblico attivo” (15-64 anni), la fascia d’età più pregiata per gli investitori pubblicitari, dove al contrario la Rai si è fermata al 31,3%, secondo quanto riportato da Milano Finanza.
Sempre sui dati Auditel, e sempre da inizio gennaio al 14 dicembre 2024, lo Studio Frasi ha analizzato invece i telegiornali e i cui risultati, su quelli con maggiore ascolto, sono stati riportati il 28 dicembre scorso da La Repubblica. Con le eccezioni del Tg La7 e della TGR, si evidenzia la diminuzione degli ascolti che colpisce in particolare il Tg1 (- 3,79%) e molto di più il Tg2 (- 8,88%,), ma che non risparmia, seppure in misura minore, neanche il Tg5 (- 2,42%). Il TG1 rimane comunque in testa agli ascolti con uno share del 23,56% a cui segue il TG5 con il 19,54% di share medio. In leggera flessione, ma pressoché stabile, l’ascolto del TG3 (-0,44%), molto di più la flessione del TG4 (-4,44%), e Studio Aperto (-3,52%). In controtendenza la testata regionale Rai, la TGR, che sale dello 0,78%. E soprattutto il Tg di La7 delle ore 20 che vede un incremento di ben 18,64 punti percentuali. E per il 2024 si conferma ancora, come terzo editore, Warner Bros. Discovery con il 9,4% di share nell’intera giornata e con la miglior performance (+9%) tra tutti i broadcaster rispetto al 2023. Del gruppo si sono particolarmente distinti, per incremento di ascolti sul 2023, i canali Nove (+18%) e Real Time (+23%).
Al contrario soffrono, e soffrono molto, i canali all news: meno 17,9% per RaiNews24, meno 4% per Tgcom24, così come per SkyTg24 che scende anch’esso poco meno del 4%. Per uno share giornaliero di 0.52% per RaiNews24, di 0,50% per Tgcom24 e di 0,33% per SkyTg24.
Tra i programmi della tv generalista, la Rai ha ottenuto il grande successo di Affari Tuoi. Stefano De Martino ha surclassato i numeri precedenti di Amadeus, il quale trasferitosi sul Nove con Chissà chi è non ha retto il confronto. Il suo programma è stato chiuso per un cambio di format e di collocazione nel palinsesto. Nella contrapposizione domenicale tra Report su Rai3 e Che Tempo che Fa sul Nove, si registra un successo di entrambi i programmi. Altre certezze di ascolti per la Rai sono La vita in Diretta, Ballando con le stelle e Cinque Minuti. Benissimo Belve che, nell’ultima puntata, ha superato il 12% di share. Tra gli insuccessi Il mercante in fiera di Pino Insegno, L’Altra Italia condotto dall’ex Iena Antonino Monteleone e Se mi lasci non vale con Luca Barbareschi. Non proprio bene anche A casa di Maria Latella, Che c’è di nuovo (Ilaria d’Amico), Avanti Popolo (Nunzia Di Girolamo), Liberi tutti (Bianca Guaccero), Forte e Chiara (Chiara Francini) e Questioni di Stile (Elisabetta Gregoraci).
Anche Mediaset ha avuto le sue battute d’arresto come nel caso de La Talpa, condotta da Diletta Leotta, che ha infatti chiuso in anticipo. Di ciò comunque ha beneficiato il Grande Fratello. L’AD Pier Silvio Berlusconi ha parlato di un “momento faticoso” per Striscia la Notizia, che resta uno dei programmi più amati dagli italiani. Non mancano comunque i successi, come Temptations Island o come il programma, crossover tra Amici e Verissimo, This is Me condotto da Siliva Toffanin.
Hanno avuto successo anche GiallappaShow che, su TV8, ha mantenuto il 5% di share di media, e La Corrida di Amadeus sul Nove, dove l’ultima puntata ha ottenuto il 7.9% di share e, in simulcast sui canali Warner Bros. Discovery (Nove, Real Time, Food Network, Motor Trend, HGTV, Warner TV, K2 e Frisbee), ha raggiunto il 10.4%.
Da segnalare che, nel panorama sempre più complesso della misurazione degli ascolti, l’Auditel – fondata nel 1984 grazie alla volontà di Sergio Zavoli e Biagio Agnes per la Rai, e di Silvio Berlusconi per la Fininvest – il 29 dicembre scorso ha festeggiato i suoi 40 anni di attività, con l’introduzione di un nuovo standard denominato Total Audience.
Si tratta di un significativo salto tecnologico che permette la misurazione degli ascolti non solo di programmi trasmessi via etere (televisori tradizionali) e, dal 2018, di quelli che viaggiano su protocollo IP (SmartTV, Smartphone, Tablet, PC ecc.), ma ora anche di quelli visibili tramite browser (web, mobile e Smart TV) e tramite App (desktop, mobile e SmartTV). Ai 45 milioni di apparecchi TV presenti nelle case degli italiani – scrive Auditel – si sono, ad oggi, aggiunti circa 75 milioni di nuovi schermi connessi: un cambiamento rilevante che ha inciso profondamente sulla fruizione dei contenuti televisivi, non più solo familiare, ma anche individuale; indoor, ma anche in mobilità; lineare, ma anche on-demand. Auditel è oggi in grado di rilevare questi consumi cross piattaforma e cross device.
Vedremo i risultati di audience del 2025 come cambieranno. Anno in cui, tra gli eventi più attesi, è in dirittura d’arrivo Sanremo 2025. C’è grande attesa di scoprire come sarà l’edizione condotta da Carlo Conti dopo 4 anni di Amadeus. Nelle stime di Rai Pubblicità si prevede di raggiungere gli straordinari ascolti del 2024. Ma i listini di quest’anno sono più cari del 7% e la raccolta pubblicitaria potrebbe dunque superare la cifra record dello scorso anno, quando toccò i 60,2 milioni di euro.
Intanto il 2025 è cominciato con una scelta importante per la Rai perché, dopo 60 anni, ha dovuto fare a meno della storica sede romana della Direzione generale di viale Mazzini, quella della celebre scultura in bronzo patinato del grande cavallo morente (realizzata da Francesco Messina) che dal 1966 ne presidia l’ingresso, divenendo anche simbolo aziendale. La decisione è arrivata il 31 gennaio scorso, dopo che l’Asl Roma 1 aveva riscontrato nella struttura livelli di amianto superiore ai limiti previsti. Come era già comunque in progetto, l’edificio verrà bonificato e completamente riqualificato, ma sempre tutelandone il valore architettonico. Durata prevista dei lavori: 5 anni. Lo rivedremo dunque così, come dal rendering pubblicato su RaiNews, nel 2030.
In tutto questo è nata un’interrogazione depositata dall’eurodeputato Pd, Sandro Ruotolo che individua, nella nomina dei “responsabili editoriali” decisa dai vertici Rai, a loro volta nominati dal Governo, una palese violazione dell’articolo 3 del Media Freedom Act (European Media Freedom Act, EMFA, entrato in vigore il 7 maggio 2024 e pienamente in vigore a partire dall’8 agosto 2025).
«Cosa intende fare la Commissione europea per far rispettare dal Governo italiano il nuovo regolamento Ue? – Aggiunge Ruotolo – perché la normativa per la libertà dei media adottata lo scorso anno che entrerà pienamente in vigore ad agosto 2025. Quella sui responsabili editoriali è una circolare miope, basti pensare che se fosse stata in vigore in passato giornalisti del valore di Enzo Biagi, Sergio Zavoli, Michele Santoro e Milena Gabanelli, da conduttori non avrebbero potuto gestire dal punto di vista editoriale i loro programmi».