Dopo le manganellate politiche, le manganellate mediatiche

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Il presidente Michele Emiliano con le sue parole sul palco di Bari ha fornito un assist al Polo delle impunità.
Loro ne hanno approfittato per tentare di lanciare una campagna di fango e diffamazione contro il sindaco di Bari e contro quanti  hanno riempito quella piazza.
Lo possono fare perché controllano radio, tv, giornali, anzi, tra qualche giorno, si prenderanno anche l’agenzia Agi che un ministro leghista venderà ad un imprenditore e senatore leghista. Alla faccia del conflitto di interessi!
Il Tg1 meloniano é arrivato sino a ad anteporre le foto di Antonio De Caro, con due parenti incensurate del boss,  alla risoluzione Onu sul cessate il fuoco.
Persino nei tempi più bui della lottizzazione, una simile scelta  sarebbe stata impensabile, ti avrebbero accompagnato alla porta a pedate e la redazione si sarebbe ribellata un secondo dopo la messa in onda.
Quello che è accaduto dopo, quello che sta ancora accadendo, è forse più grave dell’assalto al municipio di Bari tentato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Dopo le manganellate politiche, le manganellate mediatiche.
Spetta alle opposizioni reagire.
Chiederanno l’immediata audizione dei vertici Rai?
Pretenderanno che il pubblico sia informato su chi é già stato condannato per la trattativa Stato-mafia, per le complicità con la criminalità, per estorsione e peculato?
Chiederanno di mostrare tutte le foto e i video che ritraggono esponenti di questo governo con la famiglia Spada, con il boss calabrese, con spacciatori e malfattori di ogni risma?
Reclameranno finalmente la trasmissione del programma sulle mafie di Roberto Saviano, programma acquistato e sequestrato, dopo un ordine, ma guarda che combinazione, del ministro Salvini?
Sappiano gli oppositori che i veleni serviti in queste ore sono solo l’antipasto di quello che accadrà, quando avranno definitivamente blindato Telemeloni, rafforzato l’alleanza con Mediaset, imbavagliato anche l’Agenzia Italia.
Passo dopo passo si sta portando a conclusione il disegno di Licio Gelli su presidenzialismo, Parlamento, magistratura, sindacati e informazione.
Invece di appassionarsi ai nomi dei futuri consiglieri di amministrazione, sarà il caso  di impegnarsi a mettere insieme quanti ancora hanno nel cuore la Costituzione e non intendono piegarsi alla logica del bavaglio e del manganello.
Sarà il caso di farlo ora e subito.

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