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La Premier Meloni ha ragione a criticare John Elkann per avere venduto la Fiat ai francesi e spostato la sede fiscale in Olanda. Ma quelli sono beni privati, benché ampiamente foraggiati con fondi pubblici negli anni della Fiat. Invece la vendita di ampie quote di società pubbliche o partecipate è cosa diversa, soprattutto quando la privatizzazione comporta la possibilità di cedere sovranità in servizi strategici.
Come avvenuto nel caso Tim, dove la società ha venduto quote prima alla francese Vivendi, poi al fondo statunitense KKR, un asset come la rete per la comunicazione, che altri paesi proteggono gelosamente in quanto presidio di sicurezza nazionale. Ma la Meloni nelle sue interviste mischia tutto per servirci polpette di pseudo-spiegazioni, ricoperte della solita maionese antistatalista, di rancida fattura thatcheriana.
