Lettera degli studenti a Meloni, Valditara e Bernini: “Vogliamo che scuole ed atenei siano presidi antifascisti”

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“25 aprile, 78 anni dalla Liberazione. 78 anni dalla vittoria della guerra di Resistenza. Un momento di cui rischiamo di perdere il valore, se non la memoria. 25 aprile, sette mesi dalle elezioni politiche. Sette mesi, Onorevole Meloni, dalla sua nomina a Presidente del Consiglio. Sette mesi in cui né lei né i suoi ministri hanno accettato di dichiararsi antifascisti.

Se oggi ci rivolgiamo a voi, Presidente e Ministri della Repubblica, è perché crediamo che questo 25 aprile non sia come ogni altro. Il clima che respiriamo ogni giorno, nelle scuole e nelle università, ci costringe a vivere questa giornata con uno spirito diverso. Il 18 febbraio scorso alcuni studenti come noi sono stati aggrediti, fuori dal proprio istituto, da militanti neofascisti. Non è un caso isolato. Secondo Infoantifa Ecn, dal 2014 ad oggi, sono state oltre duecento le aggressioni accertate per mano fascista e neofascista, tra cui 28 attentati e 11 omicidi.

Ma non è solo il proliferare della violenza fascista ad allarmarci: ma che quella violenza venga così poco spesso discussa e così poco spesso condannata. Oggi, nelle nostre scuole e nelle nostre università, di antifascismo si parla poco. E così anche al di fuori, nel complesso del dibattito pubblico nel nostro Paese. Spesso si fa finta che fascismo ed antifascismo siano categorie della Storia, inapplicabili al presente. E spesso, a chi rappresenta le istituzioni, basta dichiararsi “non fascista”, o, in maniera più subdola, “contrario ad ogni estremismo”. Questo, per la memoria storica di un Paese come il nostro, è un problema. Un problema di cui i Ministri della Repubblica avrebbero il dovere di occuparsi. Un problema che voi non siete stati, ad oggi, in grado di affrontare.

Non si possono ignorare le vostre gravi ambiguità proprio quando, sulla violenza fascista e neofascista, sarebbe stata necessaria una parola chiara. Perché siete voi, dagli scranni del Governo, a portare avanti una rimozione sistematica della matrice fascista dietro alla violenza di ieri e di oggi. Le sue dichiarazioni, Ministro Valditara, sulla lettera della preside Savino, e le sue, Presidente Meloni, sulla strage delle Fosse Ardeatine, ma anche quelle del Presidente La Russa sull’attentato di Via Rasella, non sono un caso. Non sono imprecisioni, gaffe o “sgrammaticature”. Sono parole che rispondono ad uno schema politico chiaro, che tenta di cancellare le responsabilità del fascismo dalle stragi di ieri e dallo squadrismo di oggi. Noi sappiamo che, se oggi tentate di cancellare dalla nostra Storia il conflitto tra fascismo ed antifascismo, non lo fate perché avete le idee confuse: ma perché sapete benissimo da che parte stavate, state e starete sempre.

È anche per questo che negli ultimi mesi le organizzazioni neofasciste hanno rialzato la testa. Chi ha attaccato, alla luce del sole, gli studenti del Liceo Michelangiolo di Firenze l’ha fatto anche perché si sentiva legittimato. E atti come quello continueranno ad accadere, come dimostrano i più recenti blitz neofascisti a La Sapienza di Roma o di fronte alle scuole di Padova e Verona. In quest’ultimo caso i neofascisti hanno esibito uno striscione in cui si riportava che “la scuola è libera, non antifascista””.

(Rete degli Studenti insieme all’Unione degli Universitari)


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