L’inverno della par condicio

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Si avvicina la scadenza delle elezioni regionali in due grandi realtà come il Lazio e la Lombardia, che per poco non raggiungono la soglia quantitativa necessaria perché scatti la normativa nazionale prevista dalla legge n.28 del 2000. Tuttavia, la delicatezza della situazione politica e il valore anche simbolico delle due consultazioni indurrebbero a vigilare sul rispetto delle regole generali che attengono alla correttezza del e nel rapporto tra politica e informazione.

Al di là di come la si pensi, vi è comunque da osservare che si tende a suddividere nel tempo di parola e nello spazio di notizia i poli maggiori dagli altri soggetti. I primi negli studi radiotelevisivi, i secondi fugacemente collegati. Mentre nella fase finale della campagna elettorale è prevista la pari opportunità per tutti i protagonisti.
Comunque, va sottolineato quanto – bella o brutta che sia- l’applicazione della legge faccia acqua da tutte le parti.
Lo scorso 14 dicembre la rubrica si era occupata del rigetto da parte del Consiglio di stato di un ricorso dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni in merito ad una vicenda che risaliva al 2009. Tale decisione veniva presa il 21 luglio scorso. Tredici anni di attesa.
Ed eccoci di nuovo, stessa spiaggia stesso mare, per evocare una nota canzone.

Il recente 20 gennaio, sempre il massimo organo della giustizia amministrativa ha respinto un altro ricorso dell’Agcom, questa volta contro la decisione del TAR del Lazio avversa alla sanzione pecuniaria di 258.230 euro comminata alla Rai per un’intervista all’allora presidente del consiglio Berlusconi, andata in onda nel Tg1 diretto da Augusto Minzolini in violazione della par condicio. Con una sequenza di motivazioni francamente opinabili, si chiude la porta all’iniziativa dell’Agcom. La parabola della vicenda inizia, dunque, nel 2011 e si conclude nel 2023. Dodici anni.
Il problema, dunque, sta innanzitutto in una sequenza talmente lunga, da vanificare ogni intervento eventuale. In un universo veloce qual è quello mediale un periodo di 12/13 anni è un’infinità.
Simile dinamica comporta diversi effetti collaterali: in primo luogo, la condanna della legge ad assumere le sembianze di una mera invettiva senza conseguenze pratiche; inoltre, l’implicito invito a non tenere in conto la normativa.
Le citate sentenze sono un campanello d’allarme e sarebbe urgentissimo che il parlamento si assumesse l’onere di inserire nell’articolato del testo attuale qualcosa che lo renda cogente. E l’Agcom ha, poi, l’opportunità di segnalare al legislatore tale carenza, per restituire a sé medesima la funzione smarrita. Ne va, infatti, pure del decoro dell’istituzione.

Serve un monitoraggio permanente dei vari mezzi di comunicazione e una procedura di urgenza che vagli i ricorsi e disbrighi le liti velocemente. Naturalmente, sono poi da mettere sotto sorveglianza i social e va aperto immediatamente il cantiere della negoziazione e della trasparenza degli algoritmi.
Siamo in un momento di passaggio, che richiede un’operosa attività su di una materia importante e niente affatto superata. Anzi.
Ne è prova l’approvazione il 2 febbraio da parte del parlamento europeo delle regole sulla trasparenza della pubblicità politica, sulla base di un testo redatto dalla Commissione del mercato interno, ampiamente modificato. Ora, il relatore Sandro Gozi ha il mandato di avviare i colloqui con i rappresentanti dei vari paesi della UE per concordare un dispositivo condiviso in vista delle prossime elezioni.
Si entra nel vivo, ad esempio, del cosiddetto microtargeting, ovvero l’utilizzo improprio dei dati dei consumatori o di quelli demografici, per identificare interessi e opinioni delle persone. Dopo lo scandalo di Cambridge Analytica, una drastica revisione è indispensabile. Si aggiungono disposizioni di qualche rigore sui finanziamenti, impedendoli alle entità non appartenenti all’Europa. Dopo gli avvenimenti recenti è proprio il minimo. Le autorità nazionali e l’organismo europeo per la privacy vedono potenziati i propri poteri.
Non è possibile andare avanti con i vecchi ritmi e modalità arcaiche. Coraggio.

 


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