Oggi e’ sempre resilienza. Di Resistenza, di sfuggita, solo il 25 aprile

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Chi ricorda il generale Figliuolo? L’alto ufficiale e la sua penna bianca restano ormai nella memoria dei fatti d’anteguerra, la guerra al Covid. L’allora capo dell’anticovid cercò di lanciare un termine preso dalla meccanica: “a règime” (con l’accento sulla “e”), riferendosi ad un meccanismo a perfetto funzionamento. Si trattava delle vaccinazioni… Probabilmente un generale in divisa non riteneva opportuno parlare di “regìme”, termine che avrebbe acuito le proteste di no-vax, dietrologi e libertari vari. Oggi, anche nelle leggi dello stato, si fa un largo uso di un altro termine preso in prestito dalla meccanica: resilienza. L’ultima lettera dell’ormai celebre (e stufante) acronimo PNRR invoca proprio l’attivarsi della “resilienza” nazionale.

Forse ancor più fuorviante del règime/regìme auspicato da Figliuolo, risulta essere questa caratteristica dei materiali. Per la “Meccanica applicata” la resilienza è “la capacità di resistere ai colpi”. Un esempio: il vetro che, sotto forma di una biglia, offre una durezza pari all’acciaio, ma una sua barretta, sottoposta al “colpo” della prova di resilienza, va in frantumi.

Il governo ci sta letteralmente mettendo sull’avviso: state attenti a resistere ai prossimi “colpi”. Che non sono soltanto i “colpi” che ci riserva il destino – cinico e baro -, ma sono quelli che geniali traffichini organizzano ogni giorno. Come il “colpo” da oltre 2 miliardi di euro (€. 2.000.000.000) che alcune ditte fantasma hanno realizzato con lavori edili fantasma, utilizzando tutti i “bonus” possibili ed immaginabili. E le poste. I restanti comuni mortali hanno da seguire procedure lunghissime, complicate e reiterate che di “bonus” non hanno nulla. Mentre i giovani non riescono a mettere su casa (lì proprio dove c’è il lavoro), si sono regalati miliardi ai “colpi” dei truffatori edili.

Negli anni ’50 ci fu il “piano casa” che risolse il problema abitativo, innescando il boom successivo. Ma quelli erano uomini che (in ogni modo) avevano fatto la Resistenza, non l’odierna “resilienza”.


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