“Tutelare la libertà di stampa e il segreto delle fonti”. Le reazioni di Ordine, Fnsi e Usigrai dopo il blitz contro Report

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“Il segreto delle fonti è un cardine inviolabile della professione giornalistica, in particolare per quello di inchiesta. Le perquisizioni sono sempre atti invasivi, anche quando non espressamente “ostili” nei confronti dei perquisiti, a maggior ragione se non indagati”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli in seguito alla perquisizioni della polizia effettuate presso la redazione di Report e nelle case di alcuni giornalisti del programma. ”Il conduttore di Report ha sempre dichiarato la massima disponibilità a collaborare con la Magistratura per fare luce sulle troppe ombre relative alle uccisioni di Falcone e Borsellino, ovviamente nel rispetto dell’autonomia del lavoro giornalistico. Occorre fare attenzione, quindi, a non confondere i piani del necessario corso delle indagini con la tutela dell’operato dei giornalisti che, ancora una volta, hanno sollevato dubbi e mostrato aspetti non chiari delle due stragi più controverse della storia italiana”. La vicenda apre uno spaccato molto preoccupante sulla libertà di informazione e sul tentativo di aggirare il segreto professionale dei giornalisti, come è stato chiarito poco fa nel corso di un incontro convocato con massima urgenza davanti alla sede Rai di Via Teulada e al quale hanno preso parte rappresentanti di  Usigrai, Fnsi, Articolo 21, OdG con Sigfrido Ranucci e Paolo Mondani, direttore della trasmissione il primo e autore dell’inchiesta di Report sulla strage di Capaci il secondo.

“Le perquisizioni nella redazione di Report e a casa dell’inviato Paolo Mondani ripropongono l’urgenza di approvare norme più efficaci a tutela delle fonti e del segreto professionale dei giornalisti. Più volte la Corte europea dei diritti dell’uomo ha ribadito che gli effetti di ingerenze di questo tipo nell’attività di chi fa informazione equivalgono ad un attacco al diritto dei cittadini ad essere informati, ma in Italia sembra che questo monito nessuno voglia ascoltarlo. – dice una nota della Federazione Nazionale della Stampa Italiana – Quanto accaduto questa mattina ai colleghi di Report è inaccettabile perché, nonostante la dichiarata disponibilità a collaborare con gli inquirenti, è stata disposta anche l’acquisizione di copie dei dati presenti su computer e telefoni.
La Federazione nazionale della Stampa italiana è al fianco del conduttore Sigfrido Ranucci e di tutta la redazione di Report ed è pronta a sostenere, insieme con l’Usigrai, tutte le iniziative che i colleghi riterranno necessario intraprendere a difesa del proprio lavoro e del diritto di cronaca. L’auspicio è che quanto accaduto possa spronare governo e parlamento a trovare finalmente il modo di intervenire per rafforzare la tutela delle fonti e il segreto professionale, come primo tassello di un sistema di regole che consenta di fermare la rovinosa caduta che l’informazione di questo Paese sta facendo registrare nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa”.


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