De-globalizzazione

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La globalizzazione da opportunità competitiva è diventata minaccia di dipendenza. Lo stiamo vedendo con il gas e il petrolio russo, ma sono molte le importazioni vitali senza le quali i molti paesi collasserebbero. La ”crisi del grano” è la più eclatante, ma si va dalle terre rare, ai mangimi. Importiamo anche figure professionali essenziali  addetti all’agricoltura e all’edilizia, infermieri, badanti e preti. Per anni lo schema è stato uno solo: se ti manca qualcosa o qualcuno, compralo fuori. Costa meno.

Questo approccio al ”global-estremo” è andato in crisi. Si è capito che se una fornitura diventa essenziale, si perde sovranità economica e politica. Nessuno vuol fare l’apologia dell’autarchia, ma ora che gli scambi sono diventati un’arma, occorre ripensare a un nuovo equilibrio tra produzioni domestiche e approvvigionamenti esteri.

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