Una nube tossica che si allarga sul Cremlino: il disonore

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C’è una nube tossica che si allarga sul Cremlino: il disonore.

Dopo un’invasione unilaterale (violazione diritto internazionale), il bombardamento di civili e persino di un ospedale pediatrico (crimini di guerra), arriva per Putin anche la rabbia delle madri russe dei soldati-ragazzini mandati a morire nel nome della sua Z. Donne che gli omon antisommossa non possono bastonare in piazza, come fossero semplici dissidenti. Da sempre le donne-vita – che conoscono l’intenso sentimento di generare un figlio e la fatica di crescerlo – hanno un potere atavico sugli uomini-morte, che sprecano quelle vite per ambizione bellica.

Putin sembra non capire la potenza di questo elemento. La sua è una logica predatoria maschilista. Ha violentato l’Ucraina contando su un matrimonio riparatore, che trasformasse l’aggressione in annessione, con l’avallo di chi perora la ”resa umanitaria”, per salvare altre vite, ma non la libertà. Ma la storia insegna che una pace senza dignità per una parte è solo l’inizio di un’altra guerra.

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