Ucraina. La giusta preoccupazione di papa Francesco sul rischio della guerra

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Domenica scorsa papa Francesco ha manifestato la sua preoccupazione riguardo a quanto sta accadendo in Ucraina. L’opinione pubblica, in generale, ha fatto molta fatica nel comprendere il rischio concreto di una possibile guerra. E ciò per vari motivi: in primo luogo perché da più di settant’anni non si sperimenta l’atrocità di un conflitto in territorio europeo, in quanto le guerre a noi contemporanee si sono svolte in altri territori; in secondo luogo perché, negli ultimi anni, le gravi perdite di soldati italiani, come anche europei, sono sempre avvenute nell’ambito di operazioni “belliche” combattute su fronti a noi lontani e per certi versi sconosciuti.

L’incontro che si terrà dal 24 al 27 febbraio 2022 a Firenze dal tema: “Mediterraneo frontiera di pace” può divenire un’ottima opportunità di riflessione. Alla maggior parte di noi, infatti, è nota la questione geopolitica tra l’Alleanza atlantica e la Russia a proposito dell’Ucraina. È anche noto che le diplomazie dei vari stati coinvolti, si stanno adoperando per scongiurare una possibile tragedia, attuando la grande lezione proveniente dalle ultime guerre mondiali. Ma rimane però ancora una strada che tarda a essere praticata. Ebbene, l’evento che si svolgerà a Firenze, città animata dalla profonda testimonianza di Giorgio La Pira, ci vuol ricordare che una decisione bellica non può essere giustificata soltanto dalle ragioni di Stato, ma deve sempre rispondere agli aneliti delle persone che in esso ci vivono. È necessario tener conto soprattutto del pensiero della gente che vive in quel luogo, dove i confini territoriali sono solo convenzioni politiche e geografiche, assolutamente relativi dal punto di vista culturale, dei legami di sangue e di lingua. La guerra, ci direbbe La Pira, è una sciagura, poiché comporta la distruzione dei territori, ma, peggio ancora, delle città, con conseguente perdita di tutto quel tessuto culturale, sociale, economico e identitario, che la persona ha ricevuto dal luogo natio.

Bisogna porre molta attenzione alle immagini trasmesse dai mass media, che mostrano carri armati esercitarsi negli ampi campi innevati: i carri armati colpiranno le città e ciò provocherà non soltanto la distruzione di tutte le opere d’arte e le biblioteche, ma, soprattutto, la morte di molte persone. Ancor più oggi, in cui la forza delle armi è di gran lunga superiore rispetto al passato. Papa Francesco ha raccolto tale anelito proveniente dai popoli che abitano quelle terre e dalle chiese lì presenti. E la Sua grande preoccupazione deriva proprio dal fatto che, ancora oggi, le ragioni degli Stati si manifestino sorde nei confronti di quelle dei popoli.


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