Tina, Monica e Natalia: tre donne, tre protagoniste

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Ricordiamo con affetto tre donne straordinarie: Tina Merlin, la giornalista dell’Unità che denunciò, inascoltata, i rischi connessi alla costruzione della diga del Vajont. Aveva ragione da vendere ma venne denunciata, derisa, considerata una disfattista, una che remava contro, una che non comprendeva il bisogno di modernizzazione del Paese; peccato che il prezzo da pagare per questa crescita senza freni si sia rivelato altissimo, oltre duemila vittime, al punto che Giampaolo Pansa, all’epoca inviato della Stampa, aprì una delle sue corrispondenze più significative con la celebre frase: “Scrivo da un paese che non esiste più”. E si riferiva a Longarone, ma anche Erto e altri comuni della zona vennero spazzati via dalla furia dell’acqua, mostrandoci per la prima volta, al di là di ogni ragionevole dubbio, di cosa sia capace la natura quando cerchiamo di forzarla e di compiere contro di essa ingiustificabili abusi.
Monica Vitti, invece, è ancora fra noi ma purtroppo, nonostante i festeggiamenti per il suo novantesimo compleanno, siamo costretti da tempo a prendere atto del suo essersi spenta: un silenzio straziante che rende ancor più malinconica la nostalgia e ancora più acuto il dolore per una sostanziale perdita che rende più povero il  nostro panorama culturale e artistico. A Monica Vitti siamo legati da stima e affetto: per i film meravigliosi che ha interpretato, per la sua passione civile, per la sua sincerità e per la sua gioia di vivere. Ora è il silenzio nella sua vita ma l’eredità è immortale.
Infine, Natalia Ginzburg, l’autrice di “Lessico famigliare”, la narratrice delle cose semplici, capace di attraversare il Novecento con uno sguardo costantemente proteso verso il futuro, con un’intensità e una complessità di pensiero fuori dal comune, con una forza d’animo dirompente, con una gentilezza espressiva di cui oggi si è quasi perso il seme e con una potenza di scrittura propria di chi ha molto vissuto, molto amato e saputo condividere col prossimo le proprie emozioni.
A loro e ad altri due giganti, Tina Anselmi e Mario Rigoni Stern, dedichiamo quest’articolo ricco di anniversari, di storie, di speranze, di ricordi e di sguardi sul mondo che verrà. A dimostrazione di quanto una certa grandezza sia universale.

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