Riconfigurare il limite tra umanità e legalità

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Non mi sorprende che Lucano sia stato condannato, ma che si sia abbattuto per questo esito scontato. Mi sarei aspettato, infatti, un`orgogliosa rivendicazione  della condanna, come denuncia politica di procedure così rigide, da non adattarsi ai bisogni degli immigrati ospitati a Riace. Perché è  l’obiezione di coscienza unita alla consapevole accettazione della sanzione a trasformare un reato, in una provocazione civile.

Come è successo a Marco Cappato, quando ha accompagnato in Svizzera un aspirante al fine vita. O molto prima, a Danilo Dolci quando fu condannato per aver occupato insieme ai contadini le terre incolte dei latifondisti del Sud. Anche Lucano ha ‘forzato’ la norma nel nome del principio superiore dell’accoglienza e forse è andato anche oltre (il dispositivo si riferisce a fondi distratti per alcuni immobili di proprietà). Ma una cosa è certa: la sua condanna apre una riflessione profonda sull`esigenza di riconfigurare il limite tra umanità e legalità.


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