Paolo Siani: il delitto di Giancarlo ha riguardato la nostra libertà

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Poi, dopo il 23 settembre 1985, nulla nel giornalismo italiano, nella lotta alla camorra e nella memoria collettiva è stato più come era stato prima di allora. Giancarlo Siani il giovane collaboratore del Mattino è stato ricordato in molti modi in questi 36 anni. Nell’anniversario 2021 il suo giornale ha scelto di pubblicare il libro “Per Giancarlo Siani. Dalla verità sul delitto al mistero del dossier” che sarà distribuito  in edicola domani insieme al quotidiano. E’ un modo per rafforzare il  messaggio che Giancarlo ha lasciato a tutti i giornalisti e infatti contiene il contributo di molti suoi colleghi. All’iniziativa hanno aderito il Sugc e la Federazione della Stampa che vorrebbero far coincidere la data di domani con l’inizio di un reale percorso di tutela dei giornalisti precari, portando finalmente a termine un serio piano sull’equo compenso. Perché Giancarlo Siani era anche questo, un collaboratore in un grande quotidiano del sud.
Del significato e del valore del libro che verrà distribuito domani parla anche il fratello di Giancarlo, Paolo Siani che ha dedicato tutta la vita a sottolineare il messaggio di quel giovane cronista e l’impatto che esso ha avuto sulla libertà di stampa, sulla lotta alla camorra, sulla coscienza civile del Paese.

“Con questo libro dopo 36 anni dalla barbara uccisione di Giancarlo – dice Paolo Siani –  Federico Monga, che negli anni 80 era ancora all’Università, sceglie con coraggio di raccontare Giancarlo attraverso il lavoro dei suoi colleghi, che sotto la direzione di Sergio Zavoli prima e di Paolo Graldi dopo ripresero seriamente a occuparsi del caso, che come scrive Paolo Giraldi era un ‘delitto che andava oltre il delitto: ci riguardava tutti, era una ferita al patrimonio comune della libertà.’ Questo volume rappresenta non solo un documento storico, ma, credo, anche una presa di distanza da quella prima pagina de Il Mattino del 24 settembre 1985 in cui la notizia della morte di Giancarlo non fu trattata come doveva e che ha rappresentato per me una ferita profonda che questo libro prova finalmente a sanare”.


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