L’America dieci anni dopo 

0 0
Dieci anni fa l’amministrazione Obama ordinava e seguiva in diretta l’eliminazione di bin Laden e dei suoi fedelissimi nel compound di Abbottabad, in Pakistan, ad opera dei Navy Seals. Dieci anni dopo l’eco dell’11 settembre e delle terribili guerre di Bush è ormai lontana, al pari dell’ideologia reaganiana, finalmente demolita dallo stesso Biden in un memorabile intervento al Congresso in occasione dei cento giorni dall’inizio della sua presidenza. Lo “sgocciolamento” di matrice liberista non funziona e non ha mai funzionato, serve il ritorno dello stato, bisogna porre fine allo strapotere dei privati, controllare il mercato, liberare risorse ed energie a favore delle nuove generazioni, creare posti di lavoro con adeguate garanzie, tutele e diritti, smetterla di dichiarare guerra al mondo e restituire all’America il ruolo di guida dell’Occidente e faro della concezione democratica del vivere civile, contrastando saggiamente l’ascesa di superpotenze che hanno il ripudio del concetto stesso di democrazia al centro del proprio modo di essere e di agire: questo è il pensiero di Biden e costituisce la novità più significativa in un panorama internazionale per il resto, oggettivamente, preoccupante.

L’America che si liberò dall’incubo di bin Laden era un paese ancora in guerra con se stesso. L’America di oggi è squassata dall’eredità del trumpismo, dalle disuguaglianze sociali, dalla violenza contro le minoranze, in particolare contro i neri e gli asiatici, ma è anche una nazione desiderosa di rimettersi in cammino, di tornare a essere protagonista, di riprendersi i propri spazi, di conquistarne di nuovi e di ridurre le ingiustizie al proprio interno e non solo.
Personalmente, sono sempre stato contrario alle esecuzioni, comprese quelle che coinvolgono personaggi spregevoli come bin Laden. Avrei preferito un regolare processo, il carcere a vita ed evitare l’ennesimo inutile spargimento di sangue, ma sappiamo quale sia la mentalità americana, specie su questo punto, e possiamo anche comprendere il desiderio di ottenere un risultato comunque importante per un Paese sulla cui pelle erano ancora evidenti le ferite dello scempio dell’11 settembre; fatto sta, ribadiamo, che alla pena di morte, chiunque vada a colpire, non ci rassegneremo mai.
Dieci anni dopo l’America è tutt’altro che pacificata, tutt’altro che in buone condizioni e il Covid ha portato alla luce tutte le differenze che rendono il suo tessuto sociale fragilissimo, ma adesso ha la possibilità di entrare davvero nel Ventunesimo secolo, una cosa impensabile ancora nel 2011. L’auspicio è che quel maledetto martedì di settembre di vent’anni fa sia davvero alle spalle e che le nuove generazioni non debbano conoscere la rabbia, l’odio, il rancore, le bare e lo strazio cui abbiamo assistito nei giorni più bui di un Paese che sentiamo vicino, al netto dei suoi limiti e delle sue feroci contraddizioni.

Iscriviti alla Newsletter di Articolo21