Russia-Italia, non ci sono più le spie di una volta

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Niente lingotti d’oro o cascate di diamanti come nelle spy-story che si rispettano. L’ufficiale nostrano che vendeva segreti ai russi chiedeva 5 mila euro. Una miseria. A rendere ancora più malinconico il quadro di questo spione-accattone ci si è messa la moglie, che ha parlato di mutuo da pagare. E noi che eravamo abituati ai film di 007 con smoking, casinò, yacht e champagne, ci ritroviamo di colpo davanti all’arresto di un Fantozzi della Marina. Che nel reato consumato neanche ci dà l’emozione di immaginare il torbido mondo parallelo delle spie, come eccessi, lussi e trasgressione. Sappiamo ancora poco di questo modesto statale della soffiata, ma non ci sorprenderemmo si invece di rinvenire nel suo portafoglio una micidiale scheda con codici nucleari,  gli trovassero la tessera della coop.

E così, invece di tornare in una villa con piscina in cui l’aspetta una bond-girl sexy pronta a festeggiare il platino sottratto al miliardario, la spia sottocosto trova la moglie in ciabatte che – vedendo i soldi in una sporta – sospira con alito pesante: “meno male, amore mio…. ché c’avevamo pure il condominio in arretrato…”.

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