Pd terra di conquista

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Pd decapitato e nel caos. Dopo le dimissioni di Zingaretti da segretario sta accadendo di tutto. I democratici sono ridotti a terra di conquista da parte di alleati un tempo nemici giurati e da parte di scoppiettanti sostenitori.

Beppe Grillo ha annunciato una provocatoria “scalata”: «Io mi propongo per fare il vostro segretario elevato del Partito democratico». È una impresa titanica anche perché il garante del M5S è già impegnato su un fronte ancora più difficile: salvare i cinquestelle dal tracollo; anch’essi nel caos, decapitati, in cerca di un nuovo capo politico. Tanto che Grillo sta spingendo Giuseppe Conte ad assumere la leadership per evitare il collasso dopo tante sconfitte. Tuttavia il comico genovese si guarda bene dal candidarsi alla guida dei pentastellati.

Un tentativo di “scalata” arriva anche dalle Sardine. Il movimento dei ragazzi scesi in campo in favore del Pd e del centro-sinistra assediano il Partito democratico (un anno fa hanno contribuito alla sconfitta del centro-destra nelle elezioni in Emilia Romagna). Armai di sacco a pelo hanno manifestato davanti alla direzione del partito in via del Nazareno a Roma. Hanno suonato la sveglia. Sulle reti social è girata una foto significativa sull’”occupazione” della sede del Pd. Si vede il capo delle Sardine, un Mattia Santori sorridente, che sbuca da una tenda da campeggio, ha accanto un sacco a pelo e sulla testa svetta un ritratto di Berlinguer appeso a una parete. L’ufficio stampa del Pd è intervenuto subito con un comunicato stampa: sono «totalmente prive di fondamento e false» le notizie di una occupazione simbolica e con le tende da parte della Sardine.

Pd decapitato e nel caos. Le dimissioni di Zingaretti sono state traumatiche: «Mi vergogno» del partito perché si parla «solo di poltrone e primarie». Sono parole pesantissime soprattutto per chi è da sempre nel Pd e ne è stato segretario dopo le dimissioni di Renzi travolto dalle tante disfatte elettorali.

In realtà il Pd è in sofferenza da tempo. Sono tanti i problemi. Non ha una chiara identità politica, né un programma, né tanto meno un’idea forte da spendere. La crisi è forte da tempo ma è diventata dirompente con il Covid, la pandemia che ha messo in ginocchio l’Italia sul piano sanitario, umano, economico e sociale. Zingaretti non è riuscito a proporre alcuna strategia di rinascita per l’Italia dopo aver reclamato la “discontinuità” dal governo Conte uno (alleanza grillo-leghista) al governo Conte due (intesa cinquestelle-democratici). Così alla fine, dopo lo sgambetto di Renzi al Conte due, prima ha reclamato un Conte ter o le elezioni anticipate; poi ha accettato l’esecutivo tecnico-politico presieduto da Draghi. E anche in questo caso c’è stato solo un plauso al presidente del Consiglio.

Pd decapitato. In fretta e furia ora il partito dovrà trovare un nuovo segretario. Se ne parlerà all’assemblea nazionale del 13 e 14 marzo. Nonostante il bombardamento di critiche a Zingaretti il partito sta ancora cercando un successore. Circolano soprattutto tre nomi: Roberta Pinotti, Anna Finocchiaro, Andrea Orlando. I tre possibili candidati hanno un dato in comune: hanno tutti alle spalle una storia nel Pci-Pds-Ds-Pd. Un elemento in comune anche con Zingaretti.

Qualche giornale ha anche avanzato l’ipotesi di Enrico Letta. Ma l’ex presidente del Consiglio ha sollecitato l’assemblea nazionale ad invitare Zingaretti a «riprendere la leadership».


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