Impunità di gregge: ovvero come nello sport gli orchi agiscono indisturbati

0 0
Gli affidiamo i nostri bambini e le nostre bambine e loro tradiscono la nostra fiducia molestandoli sessualmente. Succede ovunque ed è una piaga tenuta nascosta con omertà che travolge il mondo dello sport, non tutto , ma di una parte rilevante. Avevo appena iniziato a sfogliare il libro di Daniela Simonetti Impuntà di gregge, edito da Chiarelettere, quando è arrivata   la notizia del suicidio di John Geddert ex allenatore olimpico di ginnastica femminile USA incriminato per abusi sessuali su decine di minorenni nel 2012 e di traffico di essere umani. Geddert   era il compagno di merende  di quel porco di Larry Nassar il medico della nazionale americana di ginnastica artistica  che in tre decenni ha molestato almeno 500 bambine e che per  fortuna ora langue in carcere a vita negli Usa. Geddert, 63 anni padre di famiglia 3 figli,si è tolto la vita dopo essere stato formalmente incriminato con 20 capi di accusa. Non meno di 50 le sue vittime, tutte ragazzine  minorenni tra i 13 e i 16 anni aggredite sessualmente per 10 anni.
Alcune  sono ancora traumatizzate. Ma per un Geddert che si toglie la vita dalla vergogna e per un Nassar che viene giustamente   condannato all’ergastolo,  tanti altri orchi  rimangono là fuori  ad agire indisturbati coperti da una mentalità che preferisce insabbiare per evitare scandali. Le vittime hanno paura a denunciare, assillate dal timore di non essere credute, scrive  Daniela  Simonetti,  che racconta con  linguaggio crudo e dati a supporto, il classico stile dell’agenzia Ansa dove lavora, la drammatica realtà di un mondo sconosciuto al grande pubblico. I giovani atleti hanno a che fare “con allenatori carismatici,percepiti come invincibili e intoccabili, spesso non si confidano neanche con i genitori, alcuni ingannati e manipolati a loro volta,accecati da un’ottusa e irragionevole ambizione”
Pagina dopo pagina  si aprono squarci su un mondo sportivo che ha bisogno di fare pulizia e che tende a banalizzare il  problema sminuendolo: ”Sono solo 4 mele marce pochi balordi, lo sport è sano. Ma tanto sano non deve essere fa notare la Simonetti se la Procura  Generale dello Sport tra il 2014 e il 2017 ha accertato 47 casi . Quello che emerge è solo la punta di un iceberg.”I casi censiti nell’ultima relazione della Procura generale dello sport sono una novantina, spalmati sulle varie discipline sportive nell’arco di tempo fra il 2014 e il 2019. Il primato spetta al calcio (ventuno casi), seguito da equitazione (sedici) e volley (tredici)”. E’ un pugno allo stomaco  leggere la storia di Andrea, nome di fantasia, 13 anni che racconta ai magistrati  l’abuso subito  dall’allenatore di scherma Domenico Pastore  nella sua scuola di Massa di Somma nel napoletano.Una bella scuola privata dove le mamme scelgono di mandare i loro figli, perché si studia bene e si può fare anche sport. Andrea è sempre stato un bambino sereno e spensierato sino a quando non ha incontrato l’orco che l’ha violentato  e il suo comportamento è cambiato ed è diventato aggressivo contro il padre e contro se stesso.
Non ha parlato subito con i genitori, ma la sua sofferenza era visibile. Già dopo le prime trasferte con la squadra non dormiva più e aveva scatti violenti racconta la mamma. Era angosciato e alternava crisi di pianto a scatti d’ira, sino a quando ha detto tutto ai genitori. Sottoposto a visita medica gli sono stati riscontrati   “i segni fisici compatibili con gli abusi:congestione venosa anale,incontinenza fecale minore derivante dal malfunzinamento degli sfinteri anali, alterazione della regione anale.”  Uno spietato referto medico che è giusto pubblicare con il suo linguaggio crudo. La vicenda è ancora in corso e il piccolo Andrea si sta ancora battendo con mamma e papa per avere giustizia. Federscherma rimane vaga denuncia la Simonelli e ci fa sapere che Giampiero Pastore, fratello di Domenico l’allenatore violentatore,nel frattempo è diventato ex vicepresidente di Federscherma. Un racconto da brividi che dovrebbe aprire gli occhi a tutti e far schierare le Federazioni al fianco delle vittime. Non sta accadendo nei fatti, denuncia   Daniela Simonetti che nel libro racconta di tanti altri   abusi sessuali tra i giovanissimi nel mondo dello sport. Sono milioni le mamme e i papà che  affidano i loro figli, per farli crescere in modo sano, a persone in apparenza rispettabili, padri di famiglia  e onesti lavoratori, dietro ai quali a volte si nascondono incalliti pedofili. Mens sana in corpore sana. Sanno che  fa bene alla loro formazione fisica e psicologica, al loro corpo, alla loro mente . Fedeli a questo motto i genitori scelgono a quale disciplina iscrivere i loro figli e le loro figlie e li guardano crescere.
Alcuni sognano di vederli su un podio e li spronano a diventare campioni e perdono di vista la realtà. Non sempre va tutto bene e questo libro apre uno squarcio su un mondo omertoso di molestatori seriali che  esercitano un incredibile potere sui loro giovani allievi e ne approfittano. Le federazioni non possono girare la testa dall’altra parte. Devono aumentare i controlli per eviatare di mettersi in casa pervertiti,p edofili, molestatori e delinquenti più in generale. La Giustizia Sportiva, scrive la Simonelli è decisamente a maglie larghe ed è un terno al lotto perché fatta di norme obsolete. L’archiviazione diventa scontata e la radiazione non è mai scontata in caso di abusi e molestie. Esistono anche casi positivi, ma sono pochi, aggiunge l’autrice: “La Federazione arrampicata sportiva italiana per esempio  ha introdotto nel proprio regolamento l’illecito di violenza sessuale e abusi sui minori collegandolo all’esclusiva sanzione della radiazione. Il Consorzio Vero Volley ha previsto la figura del doppio coach e ha avviato corsi di formazione sul tema delle molestie mettendo a punto un decalogo sui comportamenti da tenere nei riguardi dei minori e gli allenatori devono produrre certificati penali e dei carichi pendenti. La Federazione italiana di Baseball li acquisisce quando assume un coach e li verifica con cadenza semestrale.

L’Inter attua politiche antipedofilia e  chiede i certificati ai tecnici delle giovanili.” Sono degli esempi, ma sono ancora troppo pochi per impedire che gli orchi agiscano. Tutte le altre Federazioni  cosa fanno contro i Larry Nasser di casa nostra? Non pensino che salvando i molestatori salveranno se stesse!

p.s. Daniela Simonetti, nel 2019 ha fondato Il Cavallo Rosa / ChangeTheGame, la prima associazione italiana contro gli abusi sessuali nello sport.

Iscriviti alla Newsletter di Articolo21