#FestadelCinema 2020. “Mi chiamo Francesco Totti” – di Alex Infascelli

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Un tributo ad uno dei più celebrati calciatori della recente storia del Paese, quello che Alex Infascelli ha dedicato a Francesco Totti nel suo documentario presentato nella sezione Eventi della XV Festa del Cinema di Roma 2020 “Mi chiamo Francesco Totti”. Il capitano, della Roma, Il Capitano! (O captain, My captain…, per dirla con Whitman) come amavano gridargli i numerosissimi tifosi ma anche le tifoserie avversarie e gli amanti dello sport in generale. Un uomo che ha saputo travalicare i confini ristretti del calcio, dello sport, per affermarsi nell’immaginario collettivo come una persona positiva, un punto di riferimento per i più giovani, un uomo in cui identificarsi, nella vita e nello sport.  La sua apparente timidezza, ingenuità, l’essere rimasto il ragazzo di Via Vetulonia, alla mano, ne hanno fatto un’icona.  Ma, intendiamoci, Totti non è mai stato un divo e mai ne ha assunto l’aspetto, il comportamento. Ma un grande dello sport, questo si! Un grande dei nostri tempi, forse più dello scienziato, più del letterato, per avere alimentato i sogni e le aspirazioni di diverse generazioni di sportivi, dentro e fuori gli stadi.

Goal! Goal! Goal. Quante volte abbiamo sentito questo grido liberatorio, rispetto al quale nessuno è rimasto spettatore estraneo.  E’, infatti, nello sport che ritroviamo noi tutti gli elementi della nostra vita sociale e in cui riflettiamo le nostre contraddizioni, i nostri limiti…! Ebbene Totti a contribuito a tutto questo con le sue prodezze nel campo ma anche nel sociale.

E’ la notte che precede il suo addio al calcio. E’ così che attraverso dei continui flashback del passato il Capitano ripercorre la sua vita, quella dello sportivo e quella dell’uomo, in prima persona, partendo da quando, sulla spiaggia di Porto San Giorgio cercava di colpire, ostinatamente, con un’andatura ancora traballante, quella sfera più grande di lui (la prima parola che ho detto è stata: palla!) per poi proseguire con i momenti nella squadra della Lodigiani, la terza squadra di Roma (la 2^, dopo la Roma, dal suo punto di vista. Ci scuseranno i tifosi laziali), e così, fotogramma dopo fotogramma, sino all’arrivo alla nazionale e alla vittoria della coppa del mondo del 2006. Ma il capitano, nel ripercorrere la propria carriera non si sottrae dal soffermarsi anche sulle difficoltà incontrate, sui momenti bui, come le incomprensioni con l’ex amico Spalletti e la sua decisione, amarissima, di uscire di scena.

Un racconto intimo, a tratti commovente, quello del Capitano, quasi una confessione, forse liberatoria per un calciatore icona, tuttavia orgoglioso e consapevole di aver “spinto a cose egregie gli animi”.

Il film approderà nella sale, quale evento speciale, il 19, 20 e 21 ottobre.


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