Trafalgar square dice no alle misure anti-contagio

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Ieri a Londra faceva freddo e un ventaccio gelido e prepotente ti ostacolava se, come si suol dire, camminavi controvento. Nonostante il clima, oltre 15.000 manifestanti hanno sfidato il freddo  e si sono ritrovati, anche metaforicamente parlando, controvento in una Trafalgar square animata da voci e cartelli che inneggiavano alla libertà. La manifestazione era autorizzata, perché le restrizioni come la nuova regola del “non più di sei” non si applicano a convegni e manifestazioni  purché gli organizzatori si impegnino sotto loro responsabilità a far rispettare il distanziamento.
La parola d’ordine era “we do not consent”.  Insomma un “noi non acconsentiamo” alle restrizioni che il governo ci vuole imporre e veniamo a manifestare per la libertà.
Libertà da chi, da cosa, perché? E chi componeva questa manifestazione così partecipata nonostante il clima  e la linea governativa non più definibile come moral suasion, ma basata su multe salatissime?

Forse mai come in questo periodo, e non solo in Gran Bretagna, le voci si sono “con-fuse” e quella linea che definiva la sfera valoriale  che teneva separato il mondo di destra dal mondo di sinistra sembra essersi  talmente frammentata da essere divenuta inconsistente in più di un’occasione e su diversi temi.
Così ieri, a Trafalgar square, hanno manifestato contro il premier conservatore Boris Johnson migliaia di cittadini, sia progressisti che conservatori, uniti solo dal rifiuto di norme che vengono ritenute non di tutela della salute contro la Covid-19, ma di puro ammansimento sociale, sulle orme di quanto avvenuto in quasi tutto il pianeta.

Ci sono stati scontri con la polizia e diverse persone, tra manifestanti e poliziotti, hanno fatto ricorso ai servizi sanitari per le ferite riportate. Uno dei relatori è stato arrestato. Inizialmente si era fatto il nome dello scrittore David Icke, in realtà alla manifestazione era presente il figlio dello scrittore, e la persona arrestata è il medico tedesco Heiko Schoening, membro della commissione d’inchiesta extraparlamentare sul problema in questione. Il dr. Schoening  ha dichiarato che il comitato sta indagando sul motivo di queste restrizioni perché vi sono seri dubbi che esse siano proporzionate. I poliziotti lo hanno arrestato e inizialmente alcuni lo avevano scambiato per lo scrittore la cui figura, pur non essendo fisicamente presente, aleggiava tra i manifestanti, essendo uno dei più attivi oppositori alle restrizioni imposte in nome del contagio, oltre che per le sue posizioni a difesa dell’ambiente e contro l’avanzata del 5G.
Presente o assente è comunque una figura scomoda quella di David Icke anche perché considerato un antisemita, al contrario del nuovo leader laburista Keir Starmer che invece si è dichiarato fieramente e pubblicamente sionista e tra le sue prime azioni come leader del suo partito, dopo esser succeduto a  Corbyn,  ha provveduto all’epurazione (definita esattamente così) dei deputati, dei membri e perfino dei ministri-ombra in odore, a suo avviso, di antisemitismo.

Chi mi legge forse si chiede cosa c’entra questo con l’epidemia di Covid-19.  Beh, qualcosa c’entra perché nella grande confusione del periodo c’è chi ipotizza che dietro le misure di contenimento del contagio si celi un progetto di dominio mondiale, e in questo David Icke è sicuramente un maestro avendo scritto molti libri in cui teorizza l’esistenza di un “governo segreto” mondiale nel quale troverebbero posto famosi banchieri ebrei come i Rothschild.
Per la verità le centinaia di cartelli innalzati dai manifestanti non avevano nessuna attinenza con l’antisemitismo e lo stesso Icke si è più volte  difeso da quest’accusa, ma forse a causa di questa cattiva fama pare che ogni tanto tra i suoi fans spuntino dei neonazisti e questi si sarebbero mescolati tanto a Londra che a Berlino e in altre città alle precedenti manifestazioni in cui Icke era presente come relatore e/o membro dei gruppi organizzatori.

Ieri però non c’erano bandiere o cartelli indegni di manifestare per la libertà, concetto che con le ideologie nazifasciste non ha nulla a che vedere. Tra i manifestanti c’erano invece notevoli differenze circa la considerazione della malattia del secolo. Ma la stampa mainstream li ha già accomunati tutti sotto il nome, evocativo di ben altri drammi, di “negazionisti”, mettendo insieme il pensiero del professor Piers Corbyn, astrofisico fratello dell’ex leader laburista, che nega l’esistenza del virus definendolo una menzogna tout court, o dello stesso Icke che in quanto a teorie considerate stravaganti è sicuramente imbattibile, con le posizioni della stragrande maggioranza dei  manifestanti che invece riconoscono l’esistenza e i vari gradi di pericolosità del virus se e quando si trasforma in patologia, appunto nella Covid-19, ma criticano – in modo diverso e da diverse posizioni politiche – la gestione strumentale che ne è stata fatta quasi ovunque.

Ma in Gran Bretagna, accanto a chi si oppone alle attuali misure, c’è anche chi chiede maggiori misure restrittive. Insomma, al di là delle battute facili che l’improvvido Boris  scatena grazie ad espressioni agevolmente estrapolabili dal contesto, resta il fatto che questo governo sembra ormai cotto e non riesce a soddisfare né chi chiede le restrizioni massime, né chi vi si oppone.
Qualunque sia la linea scelta, ormai Johnson è sotto contestazione in patria e sotto la satira demolitrice dei media a livello internazionale.
A seguire il pensiero di alcuni noti “complottisti” si potrebbe dire che si sta disegnando la sua sostituzione con qualcuno più utile a sviluppare progetti che vanno ben oltre  la Covid-19 e, secondo questa linea di pensiero, questo sarebbe anche il motivo per cui i media  maistream definiscono la critica come negazionismo applicando una delle “lezioni” di George Orwell in 1984 che è quella di ridurre al minimo le parole fagocitando, in questo caso, la prima nella seconda.
Conta poco che i manifestanti fossero progressisti o conservatori, manifestavano all’unisono contro norme che ritengono lesive della libertà e che porteranno alla devastazione economico-sociale come altro effetto collaterale del maledetto virus e della sua gestione.

Intanto il leader laburista Starmer, che al contrario di Corbyn ha tutte le carte in regola per sostituire l’ormai quasi sicuramente sconfitto Johnson contro il quale cominciano ad apparire scritte murali che invitano alla sua eliminazione addirittura fisica (“Hang Boris” è una di quelle), aspetta che l’epidemia dia i suoi buoni frutti.  Sicuramente Starmer sarà gradito alla comunità ebraica date le sue dichiarazioni e le epurazioni che ne hanno mostrato la sincerità. Quando arriverà il suo turno il virus probabilmente non farà più paura e lui potrà goderne gli effetti giratisi a suo favore.  Anche quest’ipotesi rientra nella linea di pensiero che alcuni ritengono complottista. E anche questo termine è riuscito a inglobarne un altro, fino a farlo scomparire.
Il pensiero critico, infatti,  svanisce dietro aggettivi, spesso sostantivizzati, che ne annullano la credibilità. Questo non è un prodotto della Covid.19, era già in progress da parecchio tempo, l’epidemia gli ha solo dato una mano a crescere. In fondo anche la Covid, che è la malattia prodotta in bassissima percentuale dall’insediamento del nuovo coronavirus nel corpo umano viene scambiata con il virus, e la confusione  è facilitata dall’articolo maschile attribuito alla Covid che, in quanto malattia, avrebbe grammaticalmente diritto all’articolo femminile.  Ma una rilettura di 1984 è illuminante anche a questo riguardo.

In diversi cartelli mostrati ieri dai manifestanti di Trafalgar square, era ricorrente il richiamo a George Orwell e al suo 1984. Progressisti o conservatori, questa chiarezza sembravano averla tutti, e non è da sottovalutare il fatto che molti di loro, direttamente intervistati, hanno dichiarato di aver partecipato sia alle manifestazioni antirazziste seguite all’omicidio di George Floyd, sia alle manifestazioni contro l’estradizione di Julian Assange. Esattamente come molti di coloro che hanno firmato petizioni per chiedere un inasprimento delle norme restrittive anti-contagio.

Tanta è la confusione sotto il cielo. Sarà lo sviluppo della teoria del caos, o sarà segno che la democrazia è dura a morire? Forse lo sapremo presto. O forse no.


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