‘Fratello e Sorella’: una ricerca introspettiva di un passato che poteva essere diverso; alla ricerca di una chance di riscatto verso il fratello malato. 

0 0

Diane è la prima delle tre femmine di casa Hall. Nella periferia della Los Angeles degli anni ’50 vive la sua infanzia felice condividendo tutto con suo fratello Randy, secondogenito, l’unico maschio di casa, più piccolo di lei di tre anni: il letto a castello, i travestimenti per Halloween, il bagno… Con il passare degli anni, tuttavia, mentre Diane, affamata di vita e di successo, terminata la scuola sbarcava a New York per diventare una star del cinema, Randy si rinchiudeva in un’esistenza sempre più solitaria e problematica. Mentre Diane scopriva il mondo girando un film dopo l’altro con registi di fama, Randy, dopo un matrimonio fallito, viveva avvolto da una squallida solitudine in una dimora abbandonata e sudicia, terrorizzato dagli aerei che volavano bassi sopra la sua casa, preda di ossessioni, pensieri violenti e manie suicide, attenuate dall’alcool, consumato fino a perderei sensi.

Oggi, settantaquattrenne, la musa di Woody Allen con “Fratello e Sorella”, edito in Italia da Baldini e Castoldi, in libreria dallo scorso 3 settembre (192pp, 16,15Euro), ricostruisce frammenti di vita attraverso pagine di diario, lettere e poesie – molte delle quali opera dello stesso Randy – e fotografie, immergendosi nel passato, alla disperata ricerca di indizi che spieghino perché suo fratello sia finito a vivere “nell’altra parte della normalità”.

“Molte famiglie passano quello che abbiamo attraversato noi. Perché io non l’ho esplorato quando ero ancora in tempo?” si domanda la Keaton, non esente da sensi di colpa per aver volto, troppo a lungo, lo sguardo altrove. 

 Randy, oggi settantunenne, soffre di demenza e Parkinson. Vive in clinica e gli istinti violenti sono, ormai, sempre più rari. Gli ultimi dodici anni, infatti, hanno ammorbidito le sue paure, aiutandolo ad aprirsi alla piccola comunità che lo circonda. Anche Diane con il passare degli anni ha rallentato i suoi ritmi, così fratello e sorella hanno ricominciato a trascorrere del tempo insieme: “quando poteva camminare andavamo a prendere il gelato. Ora lo spingo sulla sedia a rotelle… Presto cominciai a prendermi la libertà di tenere strette tra le mani le sue lunghe dita. Gli davo un bacio sulla fronte, o gli accarezzavo i capelli bianchi e gli davo dei buffetti sulle guance. Dopo una vita trascorsa a impormi delle barriere, avevo finalmente dato il permesso a me stessa di stare vicino, in silenzio e intimità, a mio fratello”. 

Un’autobiografia toccante e commovente, condita da un mea culpa sentito e profondo. Alla ricerca di una seconda chance: quella di essere una sorella migliore, ma anche un contributo personale affinché malattie mentali come quelle di Randy possano essere affrontate a viso aperto e senza pregiudizi.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21