Verità e giustizia per Carmine Mario Paciolla

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Rientrerà oggi in Italia la salma di Carmine Mario Paciolla, il napoletano di 33 anni impegnato come osservatore dell’Onu a San Vicente del Caguàn e trovato morto a casa sua il 15 luglio scorso per un apparente suicidio dai contorni tuttavia molto sospetti. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nel corso di una interrogazione al Senato, che si è tenuta ieri. “Assicuro il massimo impegno della Farnesina e mio personale per un caso che ha coinvolto un giovane brillante impegnato in una missione delicata”, ha dichiarato il ministro, ricordando che si attendono i risultati di due autopsie, quella svolta dalle autorità colombiane e quella che sarà messa in atto dalle autorità italiane.

l governo della Colombia ha assicurato che sarà fatta “giustizia piena”, senza “impunità”, nel caso della morte di Mario Paciolla. Rispondendo ad una domanda dell’ANSA, il ministero degli Esteri colombiano ha assicurato che “l’impegno su questa vicenda è assoluto”, ed ha aggiunto che “la Procura ha dato al caso priorità, facendo progressi nell’inchiesta” sulla morte.”Speriamo – ha aggiunto il ministero – che le indagini avanzino con la rapidità e l’efficacia che ci aspettiamo. La Colombia compirà ogni sforzo necessario perché esista giustizia e non vi sia impunità”. Per questo le autorità colombiane hanno anche reso noto che le indagini sono seguite personalmente dalla vice procuratrice generale Martha Mancera, che ha esplicitamente chiesto agli investigatori di valutare tutte le ipotesi possibili sul decesso di Paciolla.

“Non risparmieremo alcuno sforzo per fare luce su questa tragica vicenda, c’è il massimo impegno da parte mia e della Farnesina” per scoprire la verità su quanto accaduto a un “giovane brillante impegnato in missione molto delicata”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un question time al Senato sul caso del cooperante Mario Paciolla, trovato morto in Colombia.

Il ministro ha ricordato che “sin dall’inizio abbiamo seguito con la massima attenzione” il caso di Paciolla, trovato morto lo scorso 15 luglio, mentre stava lavorando come volontario Onu per monitorare l’attuazione dell’accordo di pace con le Farc. “La nostra ambasciata si è messa in contatto con le autorità colombiane ed i familiari e la Farnesina incoraggia l’Onu a fare il massimo”, ha aggiunto.”Le indagini della polizia locale sono in corso e le autorità colombiane hanno assicurato che il caso è di assoluta priorità anche per loro. E’ seguito al più alto livello, con un alto procuratore, un magistrato specializzato, un team forense speciale e investigatori esperti per giungere alla verità quanto prima”, ha spiegato di Maio.

“Mario è figlio della nostra terra, forse per questo il suo percorso personale e professionale l’ha portato ad appassionarsi alle questioni legate alle ingiustizie – ha dichiarato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris nei giorni scorsi, dopo aver fatto visita alla famiglia Paciolla, in un incontro riservato e a porte chiuse, con la madre, il padre, le sorelle e le cugine del giovane napoletano  –  soprattutto quelle perpetrate ai danni delle comunità rurali nei paesi del Sud del mondo, a raccontare le sorti delle popolazioni schiacciate dalle contraddizioni e dagli effetti nefasti dei sistemi economici vigenti, scoprendo l’esigenza di un mondo più equo e cercando, attraverso la sua passione per il giornalismo impegnato e di inchiesta, di dare voce alle persone emarginate e isolate dai sistemi di repressione e sfruttamento che, come lesioni proteiformi, divorano le vite e i diritti fondamentali delle e degli invisibili”.

Brillante viaggiatore, cosmopolita, mente lucida, aveva messo a disposizione del mondo non solo il suo bagaglio culturale quanto una genuina attitudine a “sporcarsi le mani” in una terra inquinata dalle prevaricazioni, affinché un nuovo raccolto fosse possibile in questo tempo di sfrenato edonismo e distanziamento sociale. Aveva raccontato recentemente alla madre di “sentirsi sporco” per qualcosa che aveva scoperto o intuito durante l’ultima missione e sentiva il bisogno di venirsi “a bagnare nelle acque di Napoli” per riconnettersi con se stesso.

“Come Istituzione – ha continuato de Magistris –  non possiamo che stringerci attorno alla sua famiglia, cui va sicuramente tutto il nostro supporto per ottenere verità e giustizia, un impegno che prendiamo per onorare la sua memoria e la sua vita, spesa per la costruzione di una realtà più giusta e inclusiva”.

Intanto è ancora sul balcone del Comune di Napoli lo striscione che recita: ‘Giustizia per Mario’ e su cui è stampato il suo volto.


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