Occorre al più presto un chiarimento. Di Matteo e Buonafede s’incontrino

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Le accuse del giudice antimafia Di Matteo al Ministro della Giustizia, Bonafede (avergli proposto e poi negato una posizione apicale nella gestione nazionale delle carceri, sotto la pressione dei mafiosi) è un duro colpo a tutti i cittadini che si battono per la legalità. A bruciare questa ferita, c’è il sale della modalità televisiva con cui questa gravissima accusa è stata rivolta da un uomo delle istituzioni a un uomo delle istituzioni, sapendo perfettamente le conseguenze enormi del gesto. E infatti ora l’onda sismica sta facendo vibrare l’intero Governo, ma soprattutto la credibilità di un suo ministro fondamentale, in un Paese, in cui intere zone sono occupate militarmente da questo invasore interno.

Occorre al più presto un chiarimento. Di Matteo e Buonafede s’incontrino – magari sotto l’egida del Presidente della Repubblica, Don Ciotti o di qualsiasi altra figura di grande credibilità – si parlino e pubblichino un comunicato, per uscire al più presto da questo clima di sospetto. Che indebolisce la lotta alla mafia ed è oggetto della più misera strumentalizzazione politica. Chi è tutti i giorni in prima linea contro i mafiosi – dalle tante associazioni locali ai singoli servitori dello Stato – ha il diritto di sentire che lo istituzioni lo sostengono con compattezza. Di Matteo, Bonafede: coraggio!

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