Non è una guerra ma ripartiremo con coraggio come se lo fosse stato

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Ieri, nel giorno di Pasqua come nell’ultimo mese e mezzo, abbiamo scoperto che per volerci bene dovevamo stare distanti uno dall’altro.

Che restare a casa è un atto d’amore. 

In un’ottica di responsabilità collettiva vien meno la possibilità di frequentare i gesti della prossimità, vivere i momenti familiari e di socialità come in passato. 

È stato così per questa festività in quarantena, con auguri virtuali e pranzi solitari. 

Eppure siamo riusciti a stare insieme. Mai avrei immaginato che i miei suoceri ultra ottantenni si collegassero in video chiamata per il brindisi pasquale con noi, mio marito e la nostra bambina, e l’altra figlia e sorridere nonostante loro stiano subendo in termini di limitazioni le conseguenze più dure. E così è stato in tante case di italiani coscienziosi e solidali.

Pur non avendo davanti i volti dei propri cari, ma filtrati da uno scherno attraverso la rete, abbiamo potuto vivere un momento che ha rappresentato molto di più che la sola “Resurrezione di Cristo”. 

È stato un segnale di forza. 

Di voglia di rinascere. Il prima possibile, per poter godere ancora degli abbracci e del calore delle persone che amiamo.

E così sarà, nonostante la paura del dopo…. quella fitta coltre che offusca le nostre speranze. 

Ma bisogna essere ottimisti. 

Si è detto che sarà come vivere un dopo guerra. 

Che piaccia o meno il paragone, personalmente come ho più volte scritto non me la sento di giudicare quegli operatori sanitari che hanno affrontato questa emergenza con lo spirito di chi si sente in trincea, la maggioranza di noi si sentirà come  cittadini di un paese reduce da una battaglia estenuante e devastante, stanchi della morte e della distruzione e con la consapevolezza che con la pace arriva una seconda possibilità di vita. 

E c’è di più. 

Bisogna guardare con ottimismo anche alla ripresa economica. Ci sarà un enorme scoppio di energia creativa e la costruzione di una nuova economia sarà possibile.  

C’è una domanda repressa di prodotti e servizi, la gente è ansiosa di tornare al lavoro, investire e fare acquisti.  

Speriamo che anche questa rinascita faccia parte del nuovo mondo e quando tutto questo sarà passato poter ritornare tutti alla normalità della vita più veri e più umani, a vantaggio di noi stessi ma soprattutto di quelle persone affaticate e marginalizzate, le più povere e sole.


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