Un nuovo Rinascimento o un’occasione sprecata?

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Il documento del ministero Bonetti è una serie di brevissime raccomandazioni, non in grado di indicarci una strada verso la realizzazione dei diritti e di incidere nelle decisioni che verranno prese per rilanciare l’economia.

Di Daniela Colombo

Le donne hanno ampiamente dimostrato con i fatti di essere state la colonna portante che ha tenuto in piedi le comunità e il proprio paese durante l’emergenza Covid19. In Italia e ovunque nel mondo. Tutti/e hanno dovuto prendere atto che gli Stati in cui la pandemia ha avuto effetti meno gravi sono stati quelli governati da donne. Un esempio per tutti il Kerala, in India, dove la ministra per la Salute KK Shailaja è stata soprannominata “the coronavirus slayer”, la sterminatrice del coronavirus. Perché le donne che raggiungono i livelli apicali il più delle volte governano con maggiore passione e buonsenso. Mentre in quelli con a capo miliardari arroganti, presuntuosi e narcisisti, mossi dal solo desiderio del potere o dalla volontà di difendere i propri interessi e aumentare le proprie ricchezze, il Covid-19 ha avuto effetti devastanti.

Ma soprattutto, e in modo particolare in Italia, le mediche, infermiere, farmaciste, ricercatrici in campo biologico, medico e chimico, insegnanti, psicologhe, educatrici, assistenti sociali, commesse nei supermercati, centraliniste, addette alle pulizie e alla disinfezione negli ospedali, operatrici dei centri antiviolenza, e le decine di volontarie di associazioni e gruppi informali, non si sono risparmiate, riuscendo ad organizzare la gestione delle proprie famiglie in modo da poter lavorare senza sosta nel momento in cui c’era bisogno di loro. Senza contare le migliaia di funzionarie degli enti locali in telelavoro, che hanno permesso il funzionamento, sia pure a volte zoppicante, di INPS, Regioni e Comuni per attivare sussidi e cassa integrazione. E le tante giornaliste che ormai popolano le redazioni di tutti i media, in un panorama che continua a vedere ai vertici solo uomini, come si è costatato con le ultime nomine RAI.

Donne che nel corso degli ultimi decenni avevano occupato con dedizione quei lavori che avevano perso di valore e prestigio e quindi non interessavano più agli uomini.

Non sono ancora noti i dati disaggregati per sesso sulla pandemia. La medicina di genere tarda a decollare e non sappiamo esattamente quante di queste donne si siano ammalate e ci abbiano lasciato, anche se l’INAIL qualche calcolo ha cominciato a farlo, come segnala Massimo Franchi in un articolo su il manifesto: “il settore della sanità e assistenza sociale – in cui rientrano ospedali, case di cura e case di riposo – registra il 72,8% dei casi di contagio sul lavoro. Il 71,1% dei contagiati sul lavoro sono donne e il 28,9% uomini, con un’età media di poco superiore ai 46 anni (46 per le donne, 47 per gli uomini)”… Continua su giuliagiornaliste


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