Coronavirus, è fragile la potentissima Cina

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Coronavirus. Già il nome inquieta. Anzi spaventa il virus 2019-nCoV, il nome scientifico con il quale è classificato. Se ne sa poco. Sul tavolo solo ipotesi: sarebbe un virus mutante. Per l’Università di Pechino responsabili dell’infezione sarebbero i visoni, per altri il coronavirus dai i pipistrelli sarebbe passato ai serpenti e da lì, forse, all’uomo. I serpenti sono un cibo apprezzato nel paese del Dragone.

Unica certezza: è mortale, colpisce ai polmoni. Ha gettato nel panico la Cina. Si manifesta con la febbre, la tosse e la difficoltà di respirazione come una comune influenza.  Per la prima volta è apparso lo scorso dicembre a Wuhan, una città della Repubblica popolare cinese. La popolazione di Wuhan ha paura. I giornali e le televisioni mostrano immagini spettrali: cittadini, medici, poliziotti si muovono con il viso coperto da mascherine nere e bianche per cercare di evitare il contagio.

A Wuhan ruspe e muratori lavorano a ritmi frenetici per costruire un ospedale da 1.300 posti letto in 10 giorni. La metropoli è stata messa in quarantena per cercare di evitare la diffusione del contagio. Sotto controllo sono, in particolare, i mercati del pesce e della carne, al centro del focolaio dell’infezione. Bloccati tutti i collegamenti con l’esterno.

In quarantena sono finite anche altre città cinesi colpite dal morbo: in tutto sono coinvolte quasi 60 milioni di persone. Una cifra enorme, pari quasi alla popolazione dell’Italia. Le autorità cercano di limitare gli spostamenti per combattere il contagio. Il governo ha annullato perfino i festeggiamenti per il Capodanno cinese che saluta l’ingresso dell’anno del Topo. Il Capodanno è una ricorrenza molto sentita nell’ex Celeste impero, un po’ come il Natale, nel quale parenti e amici amano riunirsi. Stop anche alle visite dei turisti alla Città proibita di Pechino e a larghi tratti della Grande muraglia.

I virologi cinesi e occidentali stanno studiando e collaborando per cercare di trovare un vaccino. Il coronavirus si diffonde: gli oltre 80 morti (per metà anziani) e i circa 6 mila infettati si sono registrati in varie città cinesi, oltre che a Wuhan. Il virus cammina: contagiati si contano anche in altre nazioni dell’Estremo oriente, in Australia, negli Usa e in Europa.

Lo pneumologo Zhong Nanshan, 84 anni, è stato il primo ad indicare la grande pericolosità del coronavirus perché «salta da persona a persona». Il direttore della Commissione nazionale di sanità è corso a Wuhan. Zhong Nanshan è considerato un eroe: fu lui a combattere e ad arrestare nel 2003 il flagello della Sars, una forma anomala di polmonite, scoppiata nel Guangdong che causò circa 800 morti.  Allora lo scienziato aveva 67 anni.

Anche Pechino ha paura. Molte persone girano per le strade con le mascherine. Xi Jinping ha annunciato «severe misure di controllo e prevenzione». Ha coinvolto l’intero apparato del Partico comunista cinese per combattere il coronavirus. In una riunione straordinaria del Comitato permanente del Politburo ha avvertito: «La diffusione del virus accelera, la situazione è grave».  Il presidente Xi Jinping, in una telefonata con il collega francese Emmanuel Macron, ha assicurato: «La Cina è disposta a collaborare con la comunità internazionale per rispondere efficacemente all’epidemia e mantenere la sicurezza sanitaria in tutto il mondo».

La strada della massima trasparenza, decisa dal presidente della Repubblica popolare, mostra l’allarme per la situazione. Pechino, tradizionalmente molto chiusa nelle informazioni su questioni delicate (dalle repressioni dei diritti umani a quelli delle minoranze), questa volta ha spalancato le porte alla comunicazione e alla collaborazione con i paesi occidentali per debellare il virus.

La Cina è una superpotenza in competizione con gli Usa per la supremazia mondiale: politica, economica, militare, tecnologica. Combatte da quasi due anni la “guerra dei dazi” con Donald Trump, con la nuova Via della seta è proiettata alla conquista di tutti i mercati internazionali cercando anche di dividere gli Stati Uniti dall’Unione europea.  Ma è una potenza molto fragile.  Prima la Sars e adesso coronavirus: la Cina sembra essere vulnerabile alle nuove epidemie.

Nel colosso dell’Estremo oriente sono comparsi strani e sconosciuti virus. Negli ultimi tempi Xi Jinpng aveva conosciuto solo successi e qualche preoccupazione come quella delle proteste politiche degli studenti di Hong Kong in difesa dei diritti democratici. La fragilità sanitaria e politica mettono alla prova la saldezza dello Stato comunista e turbo capitalista.


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