Querele temerarie e minacce ai cronisti, il vice ministro Mauri in Fnsi: «Le istituzioni ci sono»

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Presenti all’iniziativa promossa con Articolo21 anche il presidente della commissione Antimafia Morra, i parlamentari Di Nicola, Verini, Lomuti e Crucioli. Annunciate la riattivazione del Coordinamento per la sicurezza dei giornalisti, audizioni con i cronisti minacciati, anche sui territori, una giornata di lavoro in parlamento per affrontare tutte le criticità. Messaggio del sottosegretario all’Editoria, Martella.
«C’è un tema politico di fondo, che è quello di investire sull’informazione per investire sulla democrazia. Le sollecitazioni arrivate dal mondo della stampa trovano oggi una risposta positiva da parte del governo: sono qui per garantire e confermare che nei prossimi giorni sarà riattivato il Centro di osservazione contro le intimidazioni ai giornalisti e dare chiaro il segnale che le istituzioni ci sono». Così il vice ministro dell’Interno, Matteo Mauri, chiudendo l’iniziativa organizzata in Fnsi con l’associazione Articolo 21 per chiedere l’immediata approvazione di una legge contro le querele bavaglio e le minacce ai cronisti.

«Credo – ha aggiunto – sia una scelta doverosa e importante, dopo che il Coordinamento, creato nel 2017, si è riunito l’ultima volta a febbraio 2018 e poi nulla. È un atto dovuto e soprattutto è un segnale che vogliamo dare a tutta la categoria perché la libertà di stampa è un elemento essenziale della democrazia. È un primo passo concreto, poi si farà tutto il necessario sul tema attraverso l’iniziativa governativa o parlamentare».

Insieme con il vice ministro, nella sede del sindacato erano presenti anche il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra; il deputato Walter Verini, coordinatore in seno alla Commissione del Comitato contro le intimidazioni ai giornalisti; il senatore Primo Di Nicola, primo firmatario di un disegno di legge contro le liti temerarie; alcuni senatori della commissione Giustizia, fra cui il vice presidente Mattia Crucioli e Arnaldo Lomuti; una folta rappresentanza di giornalisti che hanno portato la loro personale esperienza.

«La Commissione in plenaria audirà i 24 cronisti che sono attualmente sotto  tutela. E uscirà fuori da palazzo San Macuto per spostarsi sui territori e cercare di ragionare su questi temi nei territori difficili. Può  essere la Campania, il Lazio, la Sicilia o la Calabria, è indifferente: lì dove la libertà di stampa è minacciata è necessario che la  Commissione faccia capire che non si può accettare tutto ciò», ha detto Morra… continua su fnsi


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