Come incastrare il giornalista

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[…] Per fini di coerenza argomentativa, occorre passare ad esaminare un altro caso di bonifica, stavolta meramente simulata, avente, come vedremo, uno scopo del tutto diverso da quello fin qui illustrato.

§ 2.1. L’antefatto
Il tema oggetto di enucleazione è quello della esecuzione, su disposizione di MONTANTE, di una bonifica fittizia, diretta a simulare uno spionaggio nei riguardi di Confindustria Centro Sicilia, di cui all’epoca dei fatti era presidente Marco VENTURI e direttore Carlo LA ROTONDA (nei confronti del quale si procede separatamente). Una simulazione che, soltanto per la mancata accondiscendenza di VENTURI, non trascendeva in una calunnia in danno del giornalista Gianpiero CASAGNI.
Al fine di comprendere i termini della vicenda, giova riallacciarsi ad alcuni fatti precedenti, di cui si è detto in altra parte del presente atto (vd. Sezione seconda, cap. V, § 4.7.5).
Orbene, si ricorderà senz’altro come il 2 maggio 2014 CASAGNI avesse contattato il direttore di Panorama, ora parlamentare di Forza Italia, On. Giorgio MULE’, proponendogli di pubblicare un articolo sui rapporti tra MONTANTE e il boss mafioso, suo compaesano, Vincenzo ARNONE.
Nell’occasione il giornalista aveva anche informato il direttore della rivista che egli era in possesso di documentazione di Confindustria, che dimostrava il percorso, certamente non encomiabile per MONTANTE, attraverso il quale l’esponente di Cosa Nostra V. ARNONE era stato accreditato all’interno dell’associazione degli industriali, fino a diventarne un componente.
MULE’, anziché perseguire l’interesse pubblico alla conoscenza dei fatti, aveva rivelato tutto a MONTANTE, il quale, pertanto, quale misura di sterilizzazione delle future denunce mediatiche di CASAGNI, aveva deciso di indicare quest’ultimo – mediante un esposto “anonimo” – quale “uomo vicino alla mafia nissena e in particolare a Di Vincenzo Piero, Tullio Giarratano, Umberto Cortese,
Ivan Rando e Michele Tornatore, tutti associati e vicini alla famiglia Madonia unico filo conduttore e altri …. ..”, attribuendogli un concorso nella presunta strategia industriale reazionaria, asseritamente sostenuta da DI VINCENZO in contrapposizione con l’azione riformatrice legalitaria propugnata dallo stesso MONTANTE.
L’esposto, giunto il 18 marzo 2015 nella sede nissena di Confindustria Centro Sicilia, era stato immediatamente consegnato agli inquirenti dal suo direttore, Carlo LA ROTONDA, il quale si era premurato di precisare spontaneamente alla polizia giudiziaria che, secondo l’ “ignoto” autore, CASAGNI era stato “ingaggiato per distribuire carte e documenti sottratti […] a Confindustria”.

[…]L’esposto, peraltro, non era stato inviato a Confindustria Centro Sicilia – per poi essere consegnato alla polizia giudiziaria – in un momento qualsiasi, ma poco dopo l’effettiva accesso di CASAGNI, per motivi professionali, nei locali nisseni della predetta associazione…  Continua su mafie


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