Il governo approva la Nadef, anticipo della manovra di Bilancio

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I numeri: rapporto deficit/pil al 2,2% e crescita +0,6%. No aumento Iva, e 23 Ddl collegati alla manovra in cantiere. Tensioni tra Pd e Italia Viva

Di Beppe Pisa

 

Una manovra da 29-30 miliardi di euro, coperta per metà dalla flessibilità sul deficit pari allo 0,8% del Pil (14,5 miliardi). Il governo ha approvato la Nota di aggiornamento al Def, il primo documento organico di politica economica del nuovo esecutivo giallorosso che fissa l’asticella del deficit per il prossimo anno al 2,2% del Pil (rispetto ad un tendenziale all’1,4%), mentre l’economia italiana viaggerà sul +0,6% nel 2020 per poi raggiungere l’1% in ciascuno dei due anni successivi. Stop “netto e chiaro” agli aumenti dell’Iva e ferma determinazione nella lotta all’evasione fiscale, da cui si stima di incassare, anche grazie alla stretta sul contante, oltre 7 miliardi di euro. La riunione, partita in ritardo sul programma, è durata circa un’ora. “Voglio confermare che abbiamo sterilizzato l’aumento dell’Iva ma non ci accontentiamo di questo”, ha esordito il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa. Esclusa qualsiasi ipotesi di rimodulazione delle aliquote in questa fase, anche se, ha ammesso il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, “esistono anche scenari di rimodulazione che complessivamente non aumentano l’Iva, esiste un tema di riforma dell’Iva”.

In conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha inoltre assicurato: “Con il Nadef definiamo uno scenario solido e volto al sostegno della crescita del Paese. Il deficit è fissato al 2,2 per cento il che ci dice che è una manovra espansiva, 0,8 del Pil”. Una manovra che per il titolare del Mef, in conferenza stampa da palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, consentirà significativi “margini di flessibilità previsti dalle regole dell’Unione europea” che accompagnati al dialogo con l’Ue potrà confermare “l’obiettivo di coniugare bene il sostegno alla crescita, evitando una manovra restrittiva e assicurando solidità di finanza pubblica, e un percorso di graduale riduzione del debito e del suo costo”. Gualtieri ha poi spiegato che l’Italia potrà “correggere al rialzo il quadro di crescita per il 2020”, che la manovra è di “circa 29-30 miliardi” e che si potranno operare “riforme ambiziose che verranno ulteriormente sviluppate”. Una legge di Bilancio che, ha concluso Gualtieri, “avrà un effetto positivo sul mercato del lavoro con una riduzione del tasso disoccupazione”. In sintesi, un “programma ambizioso che deve fare i conti – ha rimarcato il ministro – con un’eredità impegnativa di stagioni tumultuose nei rapporti con l’Unione europea”.  Nella Nota di aggiornamento del Def, poi, “c’è un ammontare di risorse per il taglio del cuneo sul lavoro, senza definire le modalità specifiche. Crediamo che l’operazione vada fatta con il confronto con le parti sociali e produttive, abbiamo già incontrato i sindacati e contiamo di fare a breve un altro incontro per continuare a confrontarci” ha inoltre riferito il ministro dell’Economia. “Le modalità specifiche spetteranno alla manovra – ha aggiunto – si tratta non solo di un segnale ma di un tassello di una strategia importante, che indica nella riduzione del cuneo un elemento fondamentale per riequilibrare il sistema fiscale”.

Ecco cos’è e perché è così importante la Nadef

Rapporto deficit/Pil al 2,2% nel 2020, all’1,8% nel 2021 e all’1,4% nel 2022. Pil a +0,6 (dopo l’incremento nullo registrato quest’anno) per il 2020, per poi salire a +1% nel 2021 e 2022 a fronte “dell’1,5 per cento e dell’1,6 per cento stimati nella NaDef 2018”. Il rapporto Debito/Pil si attesta invece a 135,2% per il 2020, al 133,4% per il 2021 e al 131,4% nel 2022. È quanto prevedono le 120 pagine della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDef) approvate a Palazzo Chigi dal Consiglio dei ministri.

Disinnescato l’aumento automatico dell’Iva

Secondo la NaDef, “la manovra di finanza pubblica per il 2020” comprenderà “la completa disattivazione dell’aumento dell’Iva”, che vale 23 miliardi di euro. Confermato quindi il disinnesco dell’aumento automatico dell’Iva previsto dall’ultima legge di Bilancio annunciato alla vigilia della riunione dal premier Giuseppe Conte. Previsto anche “il finanziamento delle politiche invariate per circa un decimo di punto di Pil e il rinnovo di alcune politiche in scadenza (fra cui gli incentivi Industria 4.0)”. Nel triennio 2020-2021 il Governo potrà anche contare su 0,2 punti Pil dalla voce privatizzazioni (3,6 miliardi nel 2020, 7,2 miliardi nel biennio 2021-2022, nessuna entrata nel 2019). “Tali obiettivi, si legge, comprendono dividendi straordinari e altri proventi finanziari destinati al Fondo di ammortamento del debito pubblico”.

Per interventi in manovra sul piatto 14 miliardi

Più in dettaglio, le risorse per il finanziamento degli interventi previsti dalla manovra per il 2020 “sono pari a quasi 0,8 per cento del Pil (circa 14,4 miliardi)”, così suddivisi: 7,2 miliardi (0,4% del Pil) dalla lotta all’evasione, compresa la “diffusione di strumenti di pagamento tracciabili”, 1,8 miliardi di euro dalla spending review (0,1% del Pil), 1,7 miliardi di euro (circa lo 0,1% del Pil). Il resto verrà da tagli ai sussidi e da altre misure fiscali.

Nel 2020, 2,7 miliardi per tagliare il cuneo fiscale

Il documento elenca poi 23 Disegni di legge che saranno collegati alla manovra in cantiere. Tra questi compare il green new deal, la revisione del superticket e anche un nuovo disegno di legge sull’Autonomia differenziata. In lista anche la riforma del Catasto immobiliare e la riduzione del cuneo fiscale. “L’impegno aggiuntivo necessario alla riduzione del cuneo fiscale nel 2020 è valutato in 0,15 punti percentuali di PIL, che saliranno a 0,3 punti nel 2021”. Si tratta di circa 2,7 miliardi nel 2020 e di circa 5,4 miliardi nel 2021.

Sì all’attuazione della web tax

“Nell’ambito di un ampio processo di riforma dell’imposizione sugli utili d’impresa concordato a livello internazionale”, si legge poi nel documento, il Governo intende poi attuare “la web tax per le multinazionali del settore che spostano i profitti verso giurisdizioni più favorevoli”. La revisione delle agevolazioni fiscali punterà a una razionalizzazione della miriade di agevolazioni attualmente esistenti rendendo il sistema più coerente con l’approccio d’insieme e sostenga il gettito fiscale.

Green economy: in arrivo due fondi di investimento da 50 miliardi

Nella prossima Legge di bilancio, spiega in un altro passaggio la bozza NaDef, “saranno aumentati gli investimenti pubblici e il Governo si impegnerà per accelerarne l’attuazione”. Inoltre, verranno “introdotti due nuovi fondi di investimento, assegnati a Stato e Enti territoriali, per un ammontare complessivo di almeno 50 miliardi su un orizzonte pluriennale, che si affiancheranno e daranno continuità ai fondi costituiti con le ultime tre Leggi di bilancio. Le risorse – si legge nel documento – saranno assegnate per attivare progetti di rigenerazione urbana, di riconversione energetica e di incentivo all’utilizzo di fonti rinnovabili”.

Il commento di Roberto Speranza, ministro della Salute, sulla Nadef non si fa attendere: “Per noi le due parole chiave della manovra devono essere crescita ed equità sociale. Crescita significa più investimenti per far ripartire il paese. Equità significa abbassare le tasse sul lavoro e più risorse al sistema sanitario nazionale. Troppi rinunciano a curarsi come dovrebbero per ragioni economiche”.

Sul piano politico si registra la tensione tra Pd e Italia Viva (renziani)

Stando a quanto riferito da fonti parlamentari, le tensioni hanno percorso non tanto l’asse Pd-M5s, quanto quello Pd-Italia Viva, con i primi a voler inserire nella cornice della manovra l’aumento degli stipendi (attraverso il taglio del cuneo fiscale) e i secondi ad opporsi, sostenendo che la misura avrebbe portato all’aumento dell’Iva. Rischio che sembra scongiurato, a leggere le parole del presidente del Consiglio sulle coperture. Ma l’affondo renziano arriva dritto al cuore del Pd, tanto che è Dario Franceschini, capo delegazione dei ministri dem, a rispondere con durezza: “La smania quotidiana di visibilità logora i governi. Già visto tutto. Si inventano litigi sull’Iva, quando nessuno vuole aumentarla, solo per avere qualche riflettore acceso. Il Pd sceglie la serietà e si impegna sul cuneo fiscale per aumentare gli stipendi”. A Franceschini replica via Twitter il vicecapogruppo di Italia Viva alla Camera, Luigi Marattin, con toni che rispecchiano l’aria pesante – almeno sui conti pubblici – che si respira nella maggioranza giallorossa. “Ciao Dario. A noi non interessa la visibilità: a noi basta non aumentare l’Iva. Stanotte proponevi di aumentare di 5 o addirittura 7 miliardi di euro il gettito Iva. Se hai cambiato idea, buon segno! Buon lavoro», si legge nel tweet. E non è finita qui. Dopo ulteriori colpi con citazioni dalla Divina commedia tra Franceschini e Marattin, ecco che nella discussione si inserisce anche Emanuele Fiano che così scrive: “Secondo me, Luigi Marattin, questa che tu esprimi in questo tweet è la vecchia politica. Lo dico con amicizia, demolire è molto più facile che costruire, se ve ne siete andati per fare ogni giorno polemica avete deciso di fare il male dell’Italia”. Non si fa attendere infine la risposta del parlamentare di Italia viva, che replica: “No Lele. Pensiamo che non sia una buona idea aumentare le tasse sui consumi. Voi, legittimamente, sì. Tutto qui. Nessuna ‘vecchia politica’, nessuna volontà di far polemica o altro. Non c’è nulla di male nell’avere il coraggio di difendere le proprie posizioni”. Ora si aprono altre settimane di dibattito nella maggioranza per il varo della manovra: il rischio di nuove frizioni è dietro l’angolo. Il presidente del Consiglio respinge la propria immagine di “mediatore” nella maggioranza: “Sono riformatore”, dice a sottolineare la propria spinta all’azione di governo. Il tentativo è stoppare da subito le fughe in avanti nella nuova maggioranza: tutti – è l’invito rivolto ai partiti – devono essere propositivi e partecipare, con proposte, al confronto in corso per reperire le risorse dell’evasione fiscale per coprire le misure della manovra. Nessuno – aggiunge in pubblico – può pensare di avere da solo la golden share della maggioranza. Infine a tarda sera giunge via twitter anche il commento di Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd: “abbiamo voluto questo governo per riaprire una stagione di sviluppo, crescita e giustizia sociale. Una situazione difficile ma siamo sulla strada giusta”.

Da jobsnews


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