Un falso dopo l’altro che diventa verità

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In ordine alle dichiarazioni sulla strage di Via D’Amelio rese nel corso del suddetto interrogatorio del 24 giugno 1994, una precisa disamina e una accurata valutazione critica sono state operate dalla sentenza n. 23/1999 emessa il 9 dicembre 1999 dalla Corte di Assise di Caltanissetta nel processo n. 29/97 R.G.C.Ass. (c.d. “Borsellino ter”), di cui si riportano alcuni passaggi particolarmente significativi: «Vincenzo SCARANTINO ha detto di essere “uomo d’onore” e di essere stato “combinato” circa due anni prima di venire arrestato; la sua affiliazione venne tenuta riservata, per ragioni di cautela.
P.M.: Precisi quando è stato combinato chi era presente e che cosa è avvenuto.
SCARANTINO: Due anni prima del mio arresto c’era Pietro AGLIERI, Carlo GRECO, Pino LA MATTINA, Natale GAMBINO, mio cognato Salvatore PROFETA, Pinuzzo GAMBINO, eh… Tanino… MORANA… c’era pure, poi chi c’era? E altri che non mi ricordo, in questo momento non mi ricordo… eh… siamo andati nella sala di Pasquale TRANCHINA, in via Villagrazia, in una sala, ed abbiamo fatto una cerimonia, abbiamo mangiato, ‘Enzino è uomo d’onore, Enzino è uomo d’onore’… tutte queste cose… dopo abbiamo finito di mangiare, ci siamo baciati tutti, auguri, auguri, auguri e ce ne siamo andati dalla sala ed io, diciamo, ero uomo d’onore!
(…)
SCARANTINO: Poi abbiamo finito di mangiare siamo andati via, ognuno per i fatti suoi, e a me m’hanno messo ‘riservato’ per non essere a occhio della polizia e degli altri uomini d’onore al di fuori della famiglia, non mi presentavano a nessuno, ero uno riservato che andavo negli appuntamenti che faceva Pietro AGLIERI con mio cognato, per decidere sugli omicidi e di altre cose…
Intorno al 24 giugno 1992 – non ha ricordato il giorno esatto, ma comunque la strage di Capaci era già avvenuta – Salvatore PROFETA gli chiese di accompagnarlo alla villa di Giuseppe CALASCIBETTA, ove trovarono il padrone di casa, Pietro AGLIERI, Pinuzzo LA MATTINA, Natale GAMBINO, Carlo GRECO, Giuseppe SALEMI; poi gli venne chiesto di andare a prendere Renzo TINNIRELLO e così fece, accompagnandolo alla villa; erano presenti anche Ciccio TAGLIAVIA,
Salvatore RIINA e Giuseppe GRAVIANO.
Fu quella la prima volta in cui vide Salvatore RIINA, del quale in precedenza aveva solo sentito parlare: non vi fu una presentazione, ma ugualmente egli comprese che si trattasse del RIINA; questi poi era accompagnato da BIONDINO – o forse da “Ciccio GANCI” -, a bordo di una Fiat “126” bianca.
P.M.: Ma… chi le ha detto che quella persona che è arrivata era Salvatore RIINA?
SCARANTINO: Ma si sapeva che era Salvatore RIINA ‘u’ zu’ Totò’.
P.M.: Quando poi… è stato arrestato RIINA e lì vedendo le sue fotografie…
SCARANTINO: Sì… l’ho conosciuto, per questo ho fatto casino a Busto Arsizio… perché l’ho conosciuto che era lui e non volevo che mi chiedessero se lo conoscevo… Continua su mafie


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