Omar che non vuole essere chiamato eroe. E’ un richiedente asilo e ha salvato due bambini in balia delle onde

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Omar da tre giorni dice a tutti che non vuole essere definito un eroe e che se ha salvato due bambini che stavano per essere trascinati dalle onde è stato soltanto per istinto. “Chiunque avrebbe fatto la stessa cosa”. Parla un italiano assai comprensibile il giovane egiziano  Omar Aldardiri, il ragazzo di 23 anni ospite di un cas a Latina in attesa della risposta della Commissione territoriale alla sua domanda di asilo. Non vuole tornare in Egitto perché ha paura, è scappato sette anni fa e da agosto 2017 è uno dei richiedenti asilo assistiti dalla cooperativa Astrolabio. Domenica scorsa ha salvato due fratellini che erano in balia delle onde a Rio Martino, la foce che separa Latina da Sabaudia. Il destino ha voluto che questa storia accadesse esattamente il giorno in cui in città si festeggiava la settimana del rifugiato con una grande tavolata in piazza voluta dalla rete dello Sprar, dal Comune e dalla Diocesi. Le foto dell’iniziativa postate sui social sono state commentate in vario modo, molti purtroppo i giudizi di chiaro stampo razzista uniti alle critiche verso l’amministrazione che “non pensa agli italiani”. E intanto lui, Omar, in quelle stesse ore aveva tratto in salvo i bambini e se ne era tornato al centro di accoglienza senza neppure aspettare di essere ringraziato dai genitori. Solo il giorno dopo ha riferito agli operatori del centro e la notizia ha fatto il giro del web.  “Ho visto i due bambini spinti da un’onda verso l’interno ed è stato naturale correre ad aiutarli», racconta Omar  per riassumere  cosa è accaduto domenica nella tarda mattinata nei pressi di Rio Martino.  «Per tirarli a galla ci ho messo pochissimo, forse nemmeno un minuto ed è stato facile, per me una cosa naturale. Quando sono uscito dall’acqua mi sono accorto che avevo perso il cellulare ma non importa, è invece  importante che tutto sia andato bene per quei due fratellini», aggiunge. Omar adesso continua a frequentare le attività della cooperativa, compreso il laboratorio di sartoria, progetto di eccellenza tra quelli che puntano all’integrazione e alla formazione dei richiedenti asilo in provincia di Latina.  «Non è stato un gesto eroico – ci tiene a precisare – chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso”.


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