Ricercatore dell’Università di Salerno indagato perché protestò contro la Lega. Solidarietà dai colleghi: “Repressione inaccettabile”

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Una storia che arriva da Salerno ci proietta, di nuovo, nel clima di repressione delle idee e nel quale, ormai, è a serio rischio la libertà di espressione. Un ricercatore dell’Università di Salerno, Gennaro Avallone, è indagato dalla Procura del capoluogo campano perché ha preso parte, nel settembre del 2018, a una protesta non autorizzata contro un’altra manifestazione, ossia la “passeggiata” anti-immigrati della Lega svoltasi sempre nella stessa città.
Gennaro Avallone è dottore di ricerca in Sociologia e Ricerca sociale e ricercatore di Sociologia dell’ambiente e del territorio presso il Dipartimento di scienze politiche sociali e della comunicazione dell’Università di Salerno. I suoi principali ambiti di ricerca sono le migrazioni internazionali, il lavoro agricolo, i rapporti socio-ecologici, i movimenti e i conflitti sociali a livello urbano.
La notizia dell’indagine a suo carico (insieme ad altre persone) è stata riportata dai media locali e nel giro di qualche ora tutti i colleghi dell’Ateneo di Salerno hanno espresso solidarietà e chiesto al Rettore, Aurelio Tommasetti, di prendere posizione in favore del docente.
“Vogliamo esprimere immediatamente e senza alcuna esitazione la nostra solidarietà a Gennaro – hanno scritto in una nota poi diffusa in rete – e il nostro sdegno per l’ennesimo episodio di repressione del dissenso nel nostro Paese, alla luce del fatto che, come dimostrano le cronache giornalistiche, i manifestanti non hanno fatto nulla di diverso dall’esprimere un’opinione, non mostrando alcun atteggiamento o comportamento offensivo o violento. Chiediamo anche al Rettore dell’Università di Salerno di esprimere solidarietà al collega e dissenso contro ogni forma di repressione della libertà di espressione”.
Una vicenda che avrebbe dell’incredibile se non ci fossero già stati, purtroppo , dei precedenti sempre nell’ambito dell’istruzione e della libera espressione del dissenso. Non può, infine, passare inosservato il fatto che queste nuove forme di repressione riguardino in modo specifico il mondo della scuola e della formazione e il dissenso verso le politiche dell’immigrazione nonché verso la protervia con cui la Lega, il partito del Ministro dell’Interno, mostra i muscoli verso i migranti.


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