Processo #bcc terra d’otranto: il colpo di scena è arrivato

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Un giudice ricusato da una collega, un colpo nei denti inatteso piombato in un’aula improvvisamente silenziosa. E silenziata. Dall’effetto sorpresa. Svela nuovi inquietanti retroscena la complessa vicenda che ruota attorno al processo Bcc Terra d’Otranto a Lecce. Lotta a Palazzo di Giustizia e battaglia all’ultimo colpo di scena nell’affaire che vede 10 indagati per estorsione aggravata da metodo mafioso, secondo l’accusa, violenza privata, tentata concussione e altri reati in occasione del rinnovo del cda del 2014.

Istanza di ricusazione in aula, proposta dal pm titolare dell’inchiesta, Carmen Ruggiero, nei confronti del gup Vincenzo Brancato, che aveva fissato udienza in data 21 novembre, per decidere del rinvio o meno.

Alla base della decisione, il rapporto di parentela tra il gup ed uno dei componenti dell’attuale cda di BCC, eletto però a gennaio del 2016, suo cognato. Si tratta di Valerio Conversano, commercialista di Carmiano, fratello della moglie del gup. Lo stesso Conversano ha rassegnato le sue dimissioni in giornata. Una decisione, quella del pm, che ha sorpreso lo stesso Brancato, negativamente colpito dal gesto della collega, tanto più che lui per primo, pare avesse deciso di rimettere la questione nelle mani del presidente, Alcide Maritati, a garanzia della propria correttezza.

Ma in attesa di quel gesto, la pm ha presentato le sue “rimostranze”, senza perder altro tempo.

Presente in aula uno dei maggiori indagati, Giancarlo Mazzotta, sindaco di Carmiano, fratello de presidente BCC eletto nel 2014, Dino , ritenuto dalla procura e dai militari del Ros, il deus ex machina dell’universo non trasparente finito poi in un’inchiesta da doppio binario (il filone su riciclaggio e ancora in piedi). Stando a quanto trapelato dall’aula, lo stesso sindaco avrebbe manifestato, come nell’udienza preliminare del 29 ottobre scorso, segni di insofferenza e indignazione, pronto a rilasciare dichiarazioni spontanee. Ma anche questo non è stato consentito.

Delicatissima la vicenda ricusazione, che scuote gli equilibri di Palazo di Giustizia e fa a pugni con la dimostrazione di correttezza  garantita dal gup. Tanto più che il processo era in realtà alle battute iniziali, e ancora non erano state prese decisioni circa il futuro processuale degli indagati.

Unica notizia emersa dall’udienza del 24, anche quello un colpo di scena, il no del gup Brancato, all’utilizzo proposto dal pm Ruggiero, delle dichiarazioni del neo pentito di mafia Tommaso Montedoro, relative a presunti rapporti tra lo stesso e il sindaco Mazzotta. Dopo il colpo di scena delle ultime ore, la questione viene rimessa ufficialmente nelle mani del presidente dei gup, Alcide Maritati. Toccherà alla Corte d’Appello però, la decisione finale. Da ulteriori indiscrezioni, pare che il mandato di Brancato in qualità di gup sia in fine, dal punto di vista cronologico. Probabile che il prossimo incarico sia al civile, ma ancora non ci sono conferme.

La prossima udienza del processo Bcc è  stata fissata da Brancato al 12 febbraio prossimo. Nulla altro è dato sapere. Rimane la certezza che la vicenda BCC – che se le accuse saranno confermate in sede processuale, sarebbe stata usata come lavatrice della Sacra Corona Unita -,  ha scatenato un vespaio di guerre, passate a tutti i livelli.

Un interrogativo, tra tanti, emerge dal caos delle ultime ore: considerato quanto sta accadendo, ci sono dunque collegamenti o no tra il cda Bcc del 2014 e l’attuale? All’autorità inquirente la risposta finale.


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