Paolo Berizzi: “Non bisogna dare per scontato niente, né la democrazia né la libertà di Stampa”

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Paolo Berizzi è stato protagonista, insieme al presidente Alg, Paolo Perucchini el segretario aggiunto Fnsi, Anna Del Freo, di una serata nella sala Bottesini a Crema , dove ha presentato il suo libro NazItalia ma ha anche parlato di cronisti  minacciati e di libertà di Stampa. L’incontro è stato preceduto dalle ennesime minacce contro il giornalista di Repubblica ad opera di esponenti dell’estrema destra, che hanno affisso uno striscione con scritto “ Berizzi Infamitalia “ davanti alla sala Bottesini.
Berizzi ha raccontato la sua esperienza di cronista che cerca di illuminare una realtà inquietante, quella della crescita dei gruppi neofascisti e neonazisti in Italia, non solo nelle periferie disagiate ma anche in aree opulente. Il diffondersi di una cultura illiberale e dei populismi e sovranismi in politica hanno favorito lo sviluppo di queste organizzazioni. Berizzi ne dà costantemente conto nei suoi articoli su Repubblica e nel suo libro. E per questo è sempre sotto le minacce dei gruppi di estrema destra, che sono arrivati di recente fino a penetrante nell’androne del suo palazzo imbrattando i muri di scritte.
E qui l’analisi si è spostata sui cronisti minacciati e sulla stampa sotto attacco sia dei gruppi illiberali che degli stessi governi, nell’Est Europa ma anche, appunto, da noi.
Paolo Perucchini ha ribadito la vicinanza del sindacato nazionale e dell’Associazione Lombarda a Berizzi e a tutti i cronisti minacciati, mentre Anna Del Freo, che fa parte anche del comitato esecutivo della Efj (Federazione europea dei giornalisti) ha ricordato il contesto internazionale in cui sono costretti a lavorare i giornalisti, rei di fare il loro lavoro bene e quindi di essere scomodi per molti. E ha ribadito che non bisogna dare per scontato niente, né la democrazia né la libertà di Stampa, ma è necessario vigilare sempre per non tornare indietro, come invece è successo in molti Paesi.
Berizzi, Del Freo e Perucchini hanno ricordato, oltre ai cronisti italiani minacciati, anche i colleghi incarcerati  in Turchia e Russia, quelli uccisi in Messico, quelli assassinati negli ultimi mesi perché scomodi come Daphne Caruana Galizia, Jan Kuciac e Jamal Khashoggi.


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