Televisione liquida, 5G e algoritmi

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Torniamo ad occuparci come promesso di giornalismo e dei temi della rivoluzione digitale così come sono stati ben definiti nel pieno dell’estate che ora volge al termine nelle relazioni annuali dei presidenti delle Autority per la privacy, per le comunicazioni e per il mercato.  Si tratta di riflessioni assai utili su  temi da sempre affrontati alle nostre latitudini. La scorsa settimana abbiamo estratto alcune parti, a nostro avviso significative dalla relazione annuale di Angelo Soro presidente dell’Autorità per la privacy.  Questa settimana passiamo al vaglio le 32 cartelle della relazione svolta lo scorso 11 luglio da Angelo Marcello Cardani presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Di seguito proviamo dunque a sottoporvi i passaggi che abbiamo estrapolato dalla relazione del presidente Cardani secondo un ordine di uscita diverso dall’originale e che ricalca le tematiche di cui ci occupiamo su queste pagine. In calce ad alcuni dei passaggi che abbiamo estratto dalle relazioni  e che riportiamo di seguito abbiamo aggiunto, in alcuni casi,  ulteriori nostre riflessioni che speriamo possano arricchire il dibattito. Grazie dell’attenzione e buona lettura!

Estratti dalla relazione di fine anno del Presidente dell’Autorità  per le garanzie nelle comunicazioni Angelo Marcello Cardani 

Il mercato

” I ricavi del settore delle comunicazioni e dei singoli segmenti che lo compongono (telecomunicazioni, media e servizi postali) rappresentano anche per il 2017 oltre il 3% del PIL nazionale. Le risorse economiche del complesso dei mercati vigilati da Agcom ammontano a oltre 54 miliardi di euro, confermando il trend di lieve crescita (+1,2%) già osservato lo scorso anno. Cresce il peso relativo di Internet, del settore postale e, in misura meno accentuata, del settore telecomunicazioni. Tende invece a ridursi, anche se con un diverso grado di intensità, il peso degli altri comparti vigilati, ossia TV, radio ed editoria” .

” Il settore media – 14,6 miliardi di ricavi complessivi nel 2017 (- 0,9%) – presenta immagini differenti nei singoli comparti. Il dato complessivo sembrerebbe deporre per una sostanziale tenuta: crescono, ad esempio, i ricavi pubblicitari globali. Tuttavia, solo la scomposizione dei diversi mercati del settore è in grado di fornire una istantanea credibile. L’aumento della raccolta pubblicitaria è dovuto esclusivamente all’online, che cresce ancora a due cifre e vale ora 2,2 miliardi (la raccolta pubblicitaria di quotidiani, periodici e radio assieme non arriva a 1,9 miliardi), mentre quasi tutti i mezzi tradizionali registrano un andamento negativo” .

” Il 2017 può essere ricordato anche come l’anno della definitiva consacrazione della “televisione liquida”, con una stima di circa 3 milioni di cittadini che guardano abitualmente la tv in streaming e in numero 3/4 volte superiore che scaricano abitualmente contenuti televisivi sui propri device” .

” Internet cresce come mezzo di informazione, oltre che come veicolo pubblicitario. Tuttavia l’attendibilità percepita delle fonti informative online,come testimonia la nostra ultima ricerca sui consumi di informazione, rimane mediamente inferiore rispetto a quella delle fonti tradizionali. Altro elemento interessante consiste nella tendenza degli italiani ad accedere all’informazione online prevalentemente attraverso fonti c.d. algoritmiche, in particolare social network e motori di ricerca” .

” Il valore economico del settore dell’editoria quotidiana e periodica, al contrario, registra una ulteriore flessione: 3,6 miliardi di ricavi complessivi, ossia il -5,2%. Il settore nell’ultimo decennio ha perso all’incirca metà del suo peso economico. Essendo qui in gioco non solo i destini di una filiera industriale, ma anche quelli di un bene di valore strategico e sociale quale l’informazione, la crisi di questo comparto e la contestuale ascesa di Internet quale tendenziale mezzo sostitutivo, si configura quale tema di policy che interroga in primis Governo e Parlamento e che richiede una riflessione di ampio respiro” .

Cresce il peso della rete – e come potrebbe essere altrimenti – sia come raccolta pubblicitaria, sia, di conseguenza, come “valore” economico, sia come medium di riferimento principale da parte dell’utenza per la ricerca delle informazioni. Come recitava il titolo di un nostro workshop di una edizione di digit di qualche anno fa: “se le notizie si trovano sui social”.  Secondo  le indagini di Ag Com anche nel nostro Paese, come nella maggior parte del mondo,  le persone si informano prevalentemente online e non sui siti e le home page dei media d’informazione, ma attraverso fonti “algoritmiche”, ovvero dentro i social media e usando… Continua su lsdi


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