Libertà di cultura

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“Rotterdam unlimited”, Rotterdam senza frontiere. 178 culture diverse per quello che è uno dei festival di strada più grandi del mondo. Alla fine di luglio si sono dati appuntamento in questo parco centinaia di olandesi originari di Capo Verde. Isolate e povere di risorse, le isole di Capo Verde vivono sostenute soprattutto dai legami migratori col resto del mondo. Qui a Rotterdam,la seconda città olandese che ospita il più grande porto di Europa, cominciarono ad arrivare negli anni sessanta, in cerca di occupazione nel settore marittimo. Molti erano già sbarcati negli Stati Uniti, altri in Portogallo, nell’Africa occidentale e in Sudamerica. In Italia, badanti e domestiche capoverdiane, tra i primi immigrati ad arrivare nella più recente ondata migratoria, erano già a Roma nel 1957.

In Olanda ma soprattutto qui a Rotterdam i capoverdiani sono dunque di casa da tempo, riuscendo a integrarsi perfettamente con la popolazione locale. E oggi danno un forte contributo a quell’eclettismo culturale che nei Paesi Bassi come altrove si esprime principalmente nella musica, nella danza e nel cibo. Un esempio di integrazione da valere anche per il resto d’Europa.

Più che un festival, sembra una festa familiare, con un’atmosfera di eccitante allegria  cui collaborano grandi e piccini. E sono soprattutto i giovani, che rimproverano agli immigrati di prima generazione una mentalità e un comportamento troppo europei, i più decisi a sfoggiare colori vivaci e musica africana o giamaicana. I ritmi eseguiti da questo gruppo musicale sono sunanà e kizomba.

 


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