Alle radici dell’odio

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Lo so, ovvio che lo so che il pazzo sta solo raccogliendo un odio che già c’è. E’ sempre successo così con le dittature: arrivano sempre quando il popolo è in crisi e l’economia è al tracollo. E sono sempre arrivate in maniera “democratica” fingendo di pensare ai cittadini. Ci si rifugia nell’uomo forte salvo poi liberarsene dopo tempi lunghi e dolorosi. In qualche maniera è anche la scelta americana di scegliere la follia attuale. “Prima pensiamo agli italiani” è una maniera di riproporre la razza pura, dove i puri sarebbero i padani. Sto studiando la storia di Hitler e, a parte i mille complessi, è sconvolgente scoprire quanto le sue origini siano lontane da quella “purezza” con cui ha esaltato i tedeschi, naturalmente umiliando tutti gli altri.

Non è neanche difficile sapere perché siamo arrivati a questo punto, ma si resta comunque sbalorditi dal livello in cui siamo scesi perché è davvero difficile capire perché il popolo del Meridione va ad abbracciare quello che li ha sempre insultati e derisi. Insomma, siamo arrivati a un punto in cui si può spiegare tutto e non si può spiegare niente. Giusto per fare un paragone azzardato: è come se le vittime fossero innamorate del carnefice. Quando un amico che ha sposato il caos mi chiede, si chiede, “ma paura di che?” già siamo arrivati al nodo, perché il solo fatto di non comprendere i rischi la dice lunga sulla possibilità di ragionare attorno a questa massa di esaltati.

Certo, si dovrebbe andare alle radici dell’odio, ma personalmente non sono un missionario, né ho la vocazione di diventarlo. E dunque, banalmente, mi scaglio contro il furfante che quest’odio lo cavalca o che promette quello che non potrà mai mantenere. O contro i sognatori succubi della voglia di potere, nonostante l’evidente incapacità di governare. Ecco perché sono stanco. Sono stanco di sentire “diamogli tempo”, “lasciamoli lavorare” quando l’unica impresa di questi figuri è di mistificare la realtà. La società è cambiata profondamente, sono saltate tutte le regole ma non era difficile da prevedere se McLuhan, il padre del villaggio globale, già negli anni Sessanta ammoniva sul pericolo di “affittare il cervello”, cioè molto prima dell’analisi spietata di Umberto Ecco che ha ripetuto di fatto lo stesso concetto.

Sono saltate le competenze, tutti parlano solo per dire. E’ tutto finto, o quasi. E mi trovo improvvisamente disarmato. Ecco perché non ho più voglia di aggiungere parole a parole, trascurando interessi veri. Che senso ha? La follia ormai è collettiva e probabilmente non se ne esce, dunque ci toccherà passare questo periodo buio, sperando che sia più breve possibile. Sicuramente ci sono ancora persone di buona volontà ma come fai ad arginare le urla di un pazzo che usa anche la blasfemia per portare la gente dentro un tunnel sciagurato?

Non mi tiro fuori, non sparirò ma certo non passerò più le giornate a dibattere su un futuro disgraziatamente già disegnato. E’ ormai insopportabile assistere alle bugie scientifiche di una piattaforma che ci sta rovinando, o alle bestemmie di un tizio che usa anche il rosario per aggiungere  adepti.

(Dimenticavo. Sono anche stufo della storia della sinistra che ha tante colpe. E’ vero ed è risaputo, ognuno si faccia l’esame di coscienza,  ma così non si va da nessuna parte, se non a fondo).


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