Quando aumenta la povertà, aumenta la destra. E viceversa

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Gli ultimi dati dell’Istat – oltre 5 milioni di poveri assoluti – mettono bene in evidenza questo “avvitamento” verso la miseria di una vasta parte di popolazione, che si riflette su scelte politiche estreme: la rabbia diventa voto a destra, la disperazione diventa assenteismo. La destra leghista ha capito bene questa interazione e non vuole cambiare le cose, favorendo i primi (flat tax, condoni, contati senza limiti, eliminazione dei controlli) e dando briciole agli ultimi (reddito di cittadinanza).

In questo quadro di povertà dilagante, la sinistra dovrebbe sentirsi fortemente chiamata in causa.
Dovrebbe configurare il suo progetto di lotta alla povertà e di giustizia sociale, con programmi e uomini nuovi. Dovrebbe mobilitarsi con iniziative eclatanti, magari ritirandosi tutto Agosto in una località montana, per dedicarsi alle audizioni di operai, associazioni, precari, attivisti, preti, maestri, psicologi, blogger, giornalisti, in modo da elaborare un programma e porre le basi per un unire un nuovo partito già in autunno. Sacrificando le ferie, come primo atto di dedizione agli ultimi, che in vacanza non ci possono andare. E come esempio di una nuova classe politica che dà priorità al servizio, spogliandosi non solo dei privilegi, ma del diritto al riposo estivo, in considerazione dell’estrema gravità della situazione di troppi italiani. E della necessità di fermare la destra con un’ampia alternativa di sinistra.

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