Abbiamo un sogno da condividere

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Cari Amici della Tavola, dobbiamo dunque affidarci ad una nuova generazione che verrà “grande”. Almeno in America. È quella del milione di giovani e giovanissimi americani che ieri ha percorso tutte le strade del Paese nel nome della lotta, al contrasto alla diffusione delle armi, nel nome di una Pace che pare lontana, ancora irraggiungibile […]

Luca Soldi di Prato

Cari Amici della Tavola,

dobbiamo dunque affidarci ad una nuova generazione che verrà “grande”. Almeno in America. È quella del milione di giovani e giovanissimi americani che ieri ha percorso tutte le strade del Paese nel nome della lotta, al contrasto alla diffusione delle armi, nel nome di una Pace che pare lontana, ancora irraggiungibile e non solo a causa dei potenti.
Fra i tanti volti e le voci che hanno voluto dirlo ed urlarlo la piccola nipote di Martin Luther King, 9 anni.
La pronipote di quello che fu il grande leader del movimento per i diritti e la Pace.
È lei che salita sul palco della marcia più partecipata ha svegliato cuori e coscienze.
Ha parlato al mondo degli “anziani”, di quanti dovrebbero essere saggi e che invece sono quelli che spesso alimentano le paure. Ha parlato soprattutto a quelle centinaia di migliaia di giovani che hanno nel cuore l’aspettativa di un mondo migliore.
Ha parlato non solo a quelli che detengono le leve del potere. Sul palco di Washington, più di tanti volti famosi, ha citato con poche semplici parole all’esigenza del controllo delle armi ed emulando il nonno ha detto di avere anche lei un sogno: “Un mondo senza armi”.
Yolanda Renee King è apparsa a sorpresa alla “Marcia per le nostre vite” tenuta vicino al National Mall dove il nonno tenne il celebre discorso “I Have a Dream” nell’agosto del 1963, auspicando la fine del razzismo negli Stati Uniti. “Mio nonno aveva un sogno, che i suoi quattro figli non fossero giudicati per il colore della loro pelle ma per il loro carattere. Io ho un sogno che questo sia un mondo senza armi”.
La piccola King ha incitato quella marea di persone ad un canto, ad un inno : “Spargete la voce che avete sentito, in tutto il paese, noi saremo una grande generazione”.
Cara Yolanda, con Te continuiamo ad avere quel sogno e forse, ci viene oggi da pensare, il destino del mondo, avrà davvero qualche speranza.
Malgrado tutto e malgrado quanto abbiamo generato noi che ti abbiamo preceduto.

Grazie per la considerazione

Luca Soldi ( Prato)

Da perlapace


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