“Villette”, la modernità di un classico di Charlotte Brontë

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Protagonista di “Villette” è Lucy Snowe, io narrante dell’ultimo romanzo di Charlotte Brontë, ragazza sola al mondo, che vive in Inghilterra nella tenuta di Mrs. Bretton, la sua madrina vedova e con un figlio. Raggiunto il diciottesimo anno di età, Lucy è obbligata a cercarsi un’occupazione e un ruolo dignitoso nella società. Grazie al grande coraggio e alla sua ambizione, un giorno sale su una nave diretta verso il continente, sbarcando in una città dove si parla francese, Villette appunto.  Il luogo ci viene presentato come capitale e sede della corte reale, dove Lucy Snowe trova lavoro come insegnante d’inglese e si fa strada. Superate grandi difficoltà Lucy diventa un’emigrata inserita. Attorno a lei gira il mondo del collegio: le studentesse, la direttrice e proprietaria da cui è controllata fino a violarne la privacy, il sostegno dei parenti inglesi inaspettatamente ritrovati, tra i quali un giovanotto aitante di cui s’innamora. “Villette” è un affresco d’ambiente: conosciamo una scuola femminile della metà del diciannovesimo secolo, i suoi professori e il loro metodo educativo, i pregiudizi dell’epoca vittoriana, le differenze di casta e religiose. In primo piano è sempre Lucy, temperamento forte, capace di affrontare le avversità, anticonformista, introversa e non bella. Giovane insegnante che, per timidezza estrema, può apparire fredda e ha difficoltà a trovare la propria metà ….

Alcuni considerano “Villette” l’opera più importante della scrittrice inglese, superiore al più famoso Jane Eyre. Nei fatti è un libro affascinante, denso di quelle atmosfere gotico-romantiche che l’autrice trasporta dall’isola natale alla città del romanzo. Villette è un nome inventato che potrebbe nascondere Bruxelles, capitale nella quale Charlotte Brontë aveva insegnato per alcuni anni. Sicuramente “Villette” ha molti spunti autobiografici. Il lavoro intriga per l’indagine delle passioni umane, anche più approfondita di altri suoi libri e perché l’eroina è una figura modernissima. Nell’età in cui s’iniziava appena a parlare in favore dei diritti delle donne, Lucy Snowe è appassionata come un uomo al lavoro intellettuale ed è capace di rivendicare il diritto a essere così. In quanto ai riferimenti autobiografici, va ricordato che le sorelle Brontë furono tra le poche a quel tempo in grado di intraprendere la professione di scrittore. Ma, oltre a sostenere la necessità di un ruolo sociale femminile, all’amore tra i due sessi basato sul reciproco rispetto, questo romanzo è permeato di riflessioni sulla religione cattolica e protestante, da cui sgorgano tolleranza e accettazione. Un libro che, anche ai nostri giorni, insegna molto.

Villette
Charlotte Brontë
Traduttore: M. Hannau Pavolini
Editore: Newton Compton
Collana: I MiniMammut
Formato: Tascabile
Pagine: 510 p., Rilegato

Oppure in e-book


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