La tortura tra prevenzioni, sanzioni e legge “incerta”

0 0

 

La Convenzione ONU contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti compirà 33 anni il prossimo 10 dicembre, ma non si può considerare una tutela acquisita.

Al contrario, sono molti ancora i Paesi dove la tortura viene impiegata contro oppositori politici, detenuti o semplici cittadini, come denuncia il rapporto annuale di Amnesty International che punta il dito, in particolare, contro Turchia, Iran, Russia, Israele ed Egitto. Sono 27, in totale, i Paesi che non hanno né firmato né ratificato la convenzione e dove, di conseguenza, non vi è alcuno strumento internazionale che faccia riferimento a questo tipo di diritto che mira alla garanzia della vita e della dignità umana.

L’Italia non è tra questi, poiché ha ratificato la Convenzione ONU nel 1989, tuttavia è stato necessario attendere 28 anni affinché il reato di tortura entrasse effettivamente nell’ordinamento italiano con la legge 110/2017, approvata da entrambi i rami del Parlamento nel luglio di quest’anno. Una data storica per chi, da anni, si batte affinché il divieto di perpetrare la tortura così come qualsiasi altro trattamento crudele, inumano o degradante venisse finalmente riconosciuto anche ai cittadini italiani.

Un percorso irto di ostacoli e segnato da episodi dolorosi come la “Macelleria messicana” della scuola Diazdurante il G8 di Genova del 2001, come i fatti sono stati più volte descritti durante gli interrogatori sia dall’allora vicequestore Michelangelo Fournier che dal pubblico ministero Enrico Zucca. Una vicenda che è costata all’Italia una pesante condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo emessa nel 2015 che non lascia spazio a dubbi: quello fu un caso di tortura.

Più di recente si è aggiunta una nuova condanna della CEDU che ha ritenuto l’Italia responsabile anche dei fatti della caserma Bolzaneto, sempre durante il G8 genovese, dove vennero rinchiuse per 3 giorni interi più di 200 persone sottoposte ad abusi fisici e psicologici. Le motivazioni si ripetono:  l’Italia viene condannata per le azioni dei poliziotti e per non aver condotto un’indagine efficace… Continua su vociglobali


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21