3 maggio giornata internazionale per la libertà di stampa

Miracolo a Paternò, l’azienda riapre e riassume i lavoratori licenziati

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Più che un accordo, un miracolo. Un sogno che si avvera per decine, forse centinaia di lavoratori licenziati oltre un anno fa dal call center Qè di Paternò e che, dopo l’incontro che si è tenuto ieri alla prefettura di Catania, torneranno al lavoro già a settembre.

Eppure, fiino a qualche settimana fa, in pochi avrebbero scommesso un euro sull’esito positivo di una battaglia che è diventata simbolo del disagio occupazionale del territorio catanese ma anche della voglia di riscatto di centinaia di giovani che da oltre un anno lottano per ottenere giustizia e per riavere il posto di lavoro.

Ieri, però, la svolta grazie al tavolo di confronto conclusivo tra tutti i soggetti coinvolti nella vertenza. Presenti i sindacati, le aziende committenti (Transcom, Inps), il sindaco di Paternò, e l’imprenditore paternese Franz Di Bella. E il risultato è soprendente, quasi miracoloso: l’azienda riaprirà subito dopo l’estate, non si chiamerà più Qè ma Netith e riassorbirà buona parte dei licenziati. “Un risultato frutto delle nostre battaglie sindacali e legali” dice Valentina Borzì, giovane e combattiva leader dei lavoratori Qè e rappresentante della Slc Cgil. “La nostra più grande vittoria è stata il riuscire a tenere unito e compatto il gruppo per oltre un anno. Abbiamo organizzato proteste e manifestazioni abbiamo chiesto e ottenuto convocazioni al ministero e alla regione, abbiamo pure consegnato una lettera al premier Paolo Gentiloni nel corso della sua visita a Catania e adesso cominciamo a raccogliere i frutti.

Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza il sostegno di tutta la comunità paternese, dei sindacati e dei tanti cittadini che ci hanno sostenuto, anche economicamente, per finanziare la nostra lotta. Questa non è solo la nostra vittoria ma quella dell’intero territorio”. E così , quello che fino a qualche mese fa sembrava utopia da ieri è una realtà concreta. Un epilogo per nulla scontato, unico nel suo genere, in un contesto e in un territorio in cui le aziende di norma chiudono i battenti, spesso per delocalizzare, la riapertura di un sito produttivo, frutto della lotta e della tenacia dei lavoratori, non può che definirsi un miracolo


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