“Buongiorno Presidente, sono egiziano e sono arrivato con la barca in Sicilia…”

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Il più famoso è Mamhoud Samir Sherif, un quattordicenne egiziano con gli occhiali tondi da intellettuale che ha letto una lettera indirizzata direttamente al Presidente del Senato il giorno in cui Pietro Grasso è venuto a Latina per partecipare alla manifestazione ‘Basket contro la legalità’.
Ma come Mamhoud ce ne sono quasi 50 di minori stranieri non accompagnati ospiti della comunità La Pergola di Cisterna di Latina, il luogo che è diventato, appunto, la loro casa, dove studiano e imparano le ricette della cucina italiana perché vogliono restare e diventare bravi chef. Molti hanno appena finito gli esami di terza media, altri sono ancora alle prese con la maturità. Mentre l’Europa si infiamma attorno alla chiusura dei porti e invia l’esercito alle frontiere e distingue tra migranti politici ed economici, loro, i teen agers della Pergola, studiano inglese ed italiano, fisica e geografia e non andranno in vacanza su alcuna isola bensì proveranno a cercare un modo per restare a Cisterna, una cittadina di 36mila abitanti che un tempo pullulava di fabbriche metalmeccaniche spinte fin lì dalla Cassa per il Mezzogiorno e oggi vive soprattutto di agricoltura, o meglio di kiwi, il frutto esotico che da queste parti cresce persino più buono che nel suo luogo di origine.
“Buongiorno Presidente, sono egiziano e sono arrivato con la barca in Sicilia, senza i miei genitori. Poi mi hanno portato a Cisterna.La Pergola è la mia casa, la mia famiglia. Ho fatto gli esami di terza media e voglio continuare a studiare, so preparare la pizza italiana”. Il Presidente Grasso gli ha stretto la mano e in quel gesto c’era una specie di patto morale o così è stato avvertito dalla delegazione dei migranti minori non accompagnati presenti in sala e  che la Prefettura di Latina invia quasi ogni settimana a La Pergola, unica associazione iscritta nell’elenco per l’accoglienza di giovani di età inferiore a 18 anni in tutto il territorio pontino. Un “posto” diverso, lontano dagli striscioni di Casapound della Latina nera e difficile, al riparo dalle polemiche sui migranti, una specie di piccola culla dove, soprattutto, questi ragazzi studiano per costruirsi un futuro migliore. Il corso di italiano di livello 2 si è appena concluso e Maria Corsetti, l’insegnante che li segue insieme Ivan Fausti, referente per l’area ediucativa de La Pergola, ne parla senza riuscire a celare l’entusiasmo. “Il progetto è a cura del Centro di istruzione per adulti di Latina e Aprilia – dice – ed è rivolto ai minori stranieri non accompagnati che arrivano nel nostro territorio; nei giorni scorsi sono stati consegnati i diplomi della prima fase con una bella manifestazione presso il centro, dove sono ospitati 50 minori tra i 14 e i 18 anni di varie nazionalità, nordafricani, orientali, sub sahariani, albanesi.
“In questo progetto si sono tenuti dei laboratori –  spiega Ivan Fausti – che hanno puntato all’aspetto emozionale. Siamo partiti dal ‘qui ed ora’ per poi, insieme ai docenti, mettere tutto in versi. I ragazzi hanno scritto poesie, hanno scelto musiche, hanno fatto un percorso alla ricerca di loro stessi”.
Il progetto si tiene tuttora in una sede provvisoria, la scuola media Volta di Latina, ed è stato seguito da minori provenienti anche da altri centri limitrofi. Continuerà anche il prossimo anno con l’idea che l’istruzione e la formazione siano la vera cartina di tornasole dell’accoglienza dei migranti minorenni.

Foto: Paola Librarato

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